Nel cuore di Napoli, dove il dolore si fa voce e la rabbia assume il volto del silenzio, la comunità di Cappella Cangiani si ritrova questa sera in piazzetta Pica per una veglia carica di significato. È il luogo della tragedia, quello dove tre operai hanno perso la vita venerdì scorso durante l’ennesima strage sul lavoro, e lì si eleveranno le preghiere del Rosario in loro suffragio, guidate dai sacerdoti del quinto Decanato dell’arcidiocesi partenopea.
Non sarà una semplice funzione religiosa, ma un momento collettivo di cordoglio e denuncia. Durante la veglia sarà letto anche un messaggio del cardinale Mimmo Battaglia, assente fisicamente perché impegnato a Roma per il Giubileo dei Giovani, ma presente con il cuore in una Napoli che piange e pretende giustizia.
Il dolore si intreccia alla rabbia. Rabbia di chi non accetta che la vita di un lavoratore possa essere barattata per il risparmio di pochi. Rabbia dei sindacati, che non si limitano alle parole. La Uil Campania e la Feneal Uil regionale hanno annunciato la volontà di costituirsi parte civile nel processo che seguirà alla tragedia: un atto deciso contro quella che definiscono “l’ingordigia del profitto a discapito della sicurezza”.
“Non possiamo girarci dall’altra parte – affermano con forza Giovanni Sgambati e Andrea Lanzetta – perché questa non è fatalità, è colpa. È dovere nostro e della Uil nazionale dare battaglia, stare accanto alle famiglie ora e anche domani, offrendo supporto concreto e legale”. Napoli si raccoglie attorno alle sue vittime e grida, anche nel silenzio di una piazza, che morire di lavoro è inaccettabile.
Articolo pubblicato da Vincenzo Scarpa il giorno 28 Luglio 2025 - 12:05

Vincenzo Scarpa, Giornalista Pubblicista per Cronache della Campania e
Studente di Scienze Politiche all’Università di Napoli Federico II.
Appassionato di qualsiasi tipo di sport, ama scrivere e parlare principalmente di calcio
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