Napoli– Il caso dell’omicidio di Luigi Mignano, noto alle cronache criminali come “l’omicidio dello zainetto” – perchè compiuto davanti al nipotino della vittima, che assistette alla scena – torna di nuovo in discussione.
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La Corte di Cassazione, quinta sezione penale, ha annullato la condanna all’ergastolo per i presunti responsabili: Ariosto Pasquale (difeso dall’ avvoccato Dario Vannetiello), Terracciano Ciro Rosario (difeso dagli avv.ti Leopoldo Perone e Valerio Vianello), Luongo Umberto (difeso dagli avv.ti Alessandro Pignataro e Valerio Spigarelli), Salomone Giovanni (difeso dall’avv. Saverio Senese).
Una decisione che ha destato grande clamore, considerando il forte impatto mediatico giudiziario di un’azione di sangue che ha segnato un’epoca recente della camorra partenopea.
I fatti risalgono al 9 aprile 2019, quando in Via Annunziata, a Napoli, Luigi Mignano fu ucciso e Pasquale Mignano rimase ferito in un tentato omicidio. Secondo le indagini, l’agguato fu compiuto per agevolare il clan Mazzarella-D’Amico, con l’obiettivo di imporsi sul clan Rinaldi, in una sanguinosa faida per il controllo del territorio e delle attività illecite.
La gravità dell’episodio e la sua connessione con le dinamiche camorristiche resero fin da subito il caso un simbolo della violenza criminale a Napoli.
La prima condanna all’ergastolo fu emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli l’8 settembre 2020. Tuttavia, il percorso giudiziario si è rivelato più tortuoso del previsto.
La sentenza della Suprema Corte, seppur relativa al solo trattamento sanzionatorio, assume una rilevanza notevole poiché si tratta del secondo annullamento della condanna all’ergastolo.
Il primo era avvenuto con una decisione del 14 dicembre 2023, pronunciata dalla prima sezione della Suprema Corte. Questo doppio annullamento, nonostante il Procuratore Generale avesse chiesto il rigetto di tutti i ricorsi, sottolinea la complessità del quadro probatorio e la necessità di un’ulteriore valutazione.
Ora, dopo il deposito delle motivazioni della Cassazione, si aprirà il terzo giudizio di appello. Il caso sarà riesaminato da una diversa sezione della Corte d’Assise d’Appello partenopea.
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