Anche dopo gli anni più caldi, il clan Mazzarella ha dimostrato una notevole capacità di persistenza e adattamento, mantenendo il controllo sul Mercato e allargando la propria influenza.
Anche dopo il biennio 2004-2005, il clan Mazzarella ha mantenuto il suo predominio nella zona Mercato di Napoli, come emerso dalle recenti indagini del Tribunale. Una posizione di potere che si è manifestata in modo particolare durante lo scontro tra i Misso e i Torino alla Sanità nel 2006, due gruppi con cui i Mazzarella avevano accordi criminali, soprattutto nel mercato della droga.
A ricostruire quei momenti concitati è stato Michelangelo Mazza, collaboratore di giustizia, che ha raccontato come, tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006, la tensione tra i due clan sfiorò una vera e propria guerra. "Non ci fu il tempo di capire fino in fondo la posizione dei Mazzarella", ha spiegato Mazza, riferendosi al fatto che gli arresti degli inquirenti bloccarono sul nascere l’escalation di violenza.
La neutralità sospetta dei Mazzarella nello scontro Misso-Torino
Ma una cosa era chiara: i figli di Gennaro Mazzarella, a differenza dei Sarno, non avevano intenzione di schierarsi apertamente con i Misso, mantenendo una neutralità che però suscitò sospetti.
Un episodio in particolare alimentò i dubbi: l’omicidio di Graziano, cognato di un cugino dei Misso, avvenuto al Mercato, in casa di Francesco Mazzarella.Potrebbe interessarti
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Il summit nella pizzeria del 2006
A complicare il quadro, la testimonianza del collaboratore Antini, che ha raccontato come Luciano Sarno avesse sollecitato i Mazzarella a sostenere i Misso. Per discutere della questione, tra febbraio e aprile 2006, si tenne una riunione in una pizzeria, a cui parteciparono esponenti di spicco dei Mazzarella, tra cui Franco Mazzarella con il suo fidato Totore Maggio e Roberto Mazzarella, insieme ai suoi uomini di San Giovanni a Teduccio. E poi Mario Mario, Scopetta, Francesco Ravolo, Antonio Marro detto Tonino o' Cecato.
Una scelta che, in realtà, nascondeva un calcolo strategico, tipico della diplomazia criminale dei clan napoletani, sempre pronti a cambiare alleanze a seconda delle convenienze. Una storia che dimostra come, nel sottobosco della camorra, nessuna posizione sia mai davvero neutrale.
La presenza inalterata post-2006
Nonostante la carcerazione dei suoi storici capi, il clan Mazzarella ha continuato la sua attività criminale nel Mercato. Dalle dichiarazioni del collaboratore Salvatore Esposito, scarcerato nel 2007, è emerso come personaggi gravitanti intorno alla figura di Alfonso Criscuolo – tra cui Gioacchino Cantore, Raffaele Quaranta, Pasquale Migallo, Vincenzo Di Giuseppe, Umberto Costagliola, Ciro Varriale – gestissero la zona del Mercato, coordinati addirittura dalla madre dei fratelli Mazzarella, con modalità ancora più aggressive.
4.continua
(nella foto Franco Mazzarella e l'ex pentito Luciano Sarno, morto nel 2018)
Commenti (1)
Nel articolo si parla de la persistenza del clan Mazzarella, ma non e chiaro come fanno a rimanere attivi malgrado le arresti. La situazione a Napoli sembra complicata e forse ci sono fattori che non sono stati considerati bene.