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QUARTA PUNTATA

Camorra, clan Mazzarella e quel summit in pizzeria del 2006

Il vertice sollecitato dal boss Luciano Sarno, poi pentitosi e morto nel 2018
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Anche dopo gli anni più caldi, il clan Mazzarella ha dimostrato una notevole capacità di persistenza e adattamento, mantenendo il controllo sul Mercato e allargando la propria influenza.

Anche dopo il biennio 2004-2005, il clan Mazzarella ha mantenuto il suo predominio nella zona Mercato di Napoli, come emerso dalle recenti indagini del Tribunale. Una posizione di potere che si è manifestata in modo particolare durante lo scontro tra i Misso e i Torino alla Sanità nel 2006, due gruppi con cui i Mazzarella avevano accordi criminali, soprattutto nel mercato della droga.

A ricostruire quei momenti concitati è stato Michelangelo Mazza, collaboratore di giustizia, che ha raccontato come, tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006, la tensione tra i due clan sfiorò una vera e propria guerra. “Non ci fu il tempo di capire fino in fondo la posizione dei Mazzarella”, ha spiegato Mazza, riferendosi al fatto che gli arresti degli inquirenti bloccarono sul nascere l’escalation di violenza.

 La neutralità sospetta dei Mazzarella nello scontro Misso-Torino

Ma una cosa era chiara: i figli di Gennaro Mazzarella, a differenza dei Sarno, non avevano intenzione di schierarsi apertamente con i Misso, mantenendo una neutralità che però suscitò sospetti.

Un episodio in particolare alimentò i dubbi: l’omicidio di Graziano, cognato di un cugino dei Misso, avvenuto al Mercato, in casa di Francesco Mazzarella. Un fatto che fece pensare a un tradimento, come ha testimoniato in dibattimento Giuseppe Misso, secondo cui Francesco Mazzarella avrebbe appoggiato segretamente i Torino, rompendo la presunta neutralità.

Il summit nella pizzeria del 2006

A complicare il quadro, la testimonianza del collaboratore Antini, che ha raccontato come Luciano Sarno avesse sollecitato i Mazzarella a sostenere i Misso. Per discutere della questione, tra febbraio e aprile 2006, si tenne una riunione in una pizzeria, a cui parteciparono esponenti di spicco dei Mazzarella, tra cui Franco Mazzarella con il suo fidato Totore Maggio e Roberto Mazzarella, insieme ai suoi uomini di San Giovanni a Teduccio. E poi Mario Mario, Scopetta, Francesco Ravolo, Antonio Marro detto Tonino o’ Cecato.

Una scelta che, in realtà, nascondeva un calcolo strategico, tipico della diplomazia criminale dei clan napoletani, sempre pronti a cambiare alleanze a seconda delle convenienze. Una storia che dimostra come, nel sottobosco della camorra, nessuna posizione sia mai davvero neutrale.

La presenza inalterata post-2006

Nonostante la carcerazione dei suoi storici capi, il clan Mazzarella ha continuato la sua attività criminale nel Mercato. Dalle dichiarazioni del collaboratore Salvatore Esposito, scarcerato nel 2007, è emerso come personaggi gravitanti intorno alla figura di Alfonso Criscuolo – tra cui Gioacchino Cantore, Raffaele Quaranta, Pasquale Migallo, Vincenzo Di Giuseppe, Umberto Costagliola, Ciro Varriale – gestissero la zona del Mercato, coordinati addirittura dalla madre dei fratelli Mazzarella, con modalità ancora più aggressive.

4.continua

(nella foto Franco Mazzarella e l’ex pentito Luciano Sarno, morto nel 2018)

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 29 Luglio 2025 - 07:59


La notizia in breve

  • Persistenza del clan Mazzarella nel Mercato di Napoli, mantenendo il potere nonostante le indagini e gli arresti, evidenziando la loro adattabilità.
  • La neutralità sospetta dei Mazzarella durante gli scontri tra Misso e Torino ha alimentato sospetti di tradimento, dimostrando la complessità delle alleanze criminali.



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