330 anni di carcere per il clan Sautto-Ciccarelli
Napoli – Dopo la retata del 2022, la Corte d’Appello conferma la solidità dell’inchiesta: boss, capipiazza e pusher subiscono pene severe, nonostante alcune riduzioni. Il verdetto colpisce duramente il sistema affaristico-criminale basato sullo spaccio di stupefacenti.
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Fiumi di droga e un giro d’affari milionario: è questo il quadro emerso dall’inchiesta sul clan Sautto-Ciccarelli che ha gestito il traffico di stupefacenti nel Parco Verde di Caivano. Dopo la maxi retata del 2022 e le pesanti condanne in primo grado, si è concluso anche il processo d’appello, che ha sostanzialmente retto l’impianto accusatorio.
La Corte d’Appello ha emesso ben 41 condanne, per un totale di oltre 330 anni di reclusione, infliggendo un duro colpo all’organizzazione criminale.
Nonostante alcuni imputati abbiano ottenuto riduzioni di pena grazie a patteggiamenti, al riconoscimento delle attenuanti generiche o al vincolo della continuazione con altre sentenze, la giustizia ha colpito in maniera significativa.
Il sistema affaristico-criminale del Parco Verde era basato sullo smercio di diverse tipologie di droga: cocaina, crack, eroina, hashish e marijuana, che rifornivano non solo le piazze direttamente gestite dal clan, ma anche altri narcos attivi nelle province di Napoli e Caserta. Fondamentale, secondo gli inquirenti, anche il ruolo delle donne all’interno della rete di spaccio.
La Corte d’Appello ha fissato in 60 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza, che forniranno ulteriori dettagli sulle ragioni delle condanne e delle eventuali riduzioni di pena.
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