È una delle risposte più concrete finora adottate contro l’ondata di violenza che da mesi travolge i pronto soccorso della Campania. All’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa, il più affollato della regione dopo il Cardarelli di Napoli, il personale sanitario indosserà bodycam durante i turni di lavoro, per registrare e documentare in tempo reale ogni momento di tensione. L’iniziativa è firmata Asl Caserta, spinta dal direttore generale Amedeo Blasotti e dal direttore amministrativo Giuseppe Tarantino, e parte come progetto sperimentale, con l’obiettivo di espandersi presto ad altri presidi del territorio.
Un passo avanti che unisce tecnologia e tutela, e che ha un valore doppio: funzione deterrente per prevenire aggressioni e strumento oggettivo di difesa per il personale medico.Potrebbe interessarti
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“Abbiamo già attivato corsi di formazione per prevenire le aggressioni – spiega Blasotti – ma questa misura aggiuntiva nasce dall’urgenza di proteggere chi lavora ogni giorno in trincea”. Al Moscati, che serve un’utenza enorme tra Caserta e Napoli, il problema ha raggiunto soglie insostenibili. Medici, infermieri e OSS operano ogni giorno sotto stress, spesso minacciati da utenti esasperati o da accompagnatori fuori controllo. La procedura di acquisizione è già stata completata tramite piattaforma Mepa e si è ora nella fase finale di verifica, prima dell’avvio operativo del sistema. Se i risultati daranno conferma dell’efficacia, l’Asl è pronta a estendere il progetto anche agli altri pronto









































































Commenti (3)
È importante proteggere chi lavora in ospedale, ma c’è bisogno di più investimenti in formazione per gestire meglio le situazioni critiche. La tecnologia può aiutare, ma non sostituisce l’umanità nel lavoro.
Spero che questa iniziativa porti dei cambiamenti positivi nei pronto soccorso, la sicurezza degli operatori è fondamentale, ma ci vorrebbe anche un cambio culturale da parte degli utenti per diminuire la violenza.
L’idea delle bodycam pare interesante ma non so se può realmente fermare le violenze. Spesso chi aggredisce non si preoccupa delle conseguenze. Spero che il progetto funzioni e aiuti il personale sanitario a sentirsi più sicuro.