Verona– È una sentenza che fa discutere quella emessa dal Tribunale di Verona, che ha condannato l’Ulss 9 Scaligera a risarcire con 300mila euro la figlia di una donna deceduta nel 2017 in seguito a gravi infezioni nosocomiali contratte durante un ricovero in due ospedali veronesi.
La paziente, una donna di origini campane residente in una casa di riposo del Veronese, era stata trasferita per accertamenti presso gli ospedali San Bonifacio e Orlandi di Bussolengo. Durante il ricovero, ha contratto diverse infezioni ospedaliere che, secondo quanto accertato dai periti del Tribunale, hanno inciso in modo decisivo sul peggioramento delle sue condizioni cliniche, fino a provocarne la morte.
Il collegio peritale, nominato dal giudice, ha evidenziato che le strutture sanitarie coinvolte non hanno rispettato gli standard igienico-sanitari previsti, sottolineando come l’esito sarebbe potuto essere diverso se fossero state adottate le corrette misure di prevenzione.
A rappresentare la figlia della vittima sono stati gli avvocati Michele Francesco Sorrentino, Pierlorenzo Catalano e Filippo Castaldo dello Studio Associati Maior, con la consulenza del medico legale Marcello Lorello.
“Siamo soddisfatti di questa decisione – dichiarano i legali – perché riafferma un principio fondamentale: la tutela dell’igiene non è un dettaglio burocratico, ma un presidio vitale, soprattutto per i pazienti più vulnerabili. Pretendere trasparenza e responsabilità dalle strutture sanitarie è un diritto, anche a distanza di anni”.
Articolo pubblicato il giorno 4 Luglio 2025 - 16:18
La sentenza del Tribunale di Verona e una decisione che mostra come le strutture sanitarie devon essere responsabili. E importante che i pazienti siano protetti da infezioni nosocomiali che possono portare a conseguenze gravi come la morte.