Luciano Spalletti non ha colpe, o almeno non quelle che giustificherebbero il suo addio alla panchina della Nazionale. È questa la posizione netta di Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione italiana allenatori, che in un’intervista rilasciata a LaPresse ha difeso l’ormai ex ct azzurro, puntando invece il dito contro un sistema che da anni fatica a valorizzare i talenti.
“Non c’è stato nulla di sbagliato da parte del tecnico – ha dichiarato Ulivieri – è un allenatore di valore e non si discute. Forse gli è mancata l’esperienza da selezionatore, ma ha lavorato bene. I problemi sono stati altri”. Un endorsement forte che mira a spostare l’attenzione dai risultati del campo a un tema più profondo: la mancanza di fiducia nel futuro.
Secondo Ulivieri, il problema non nasce nelle giovanili, dove si lavora ancora con attenzione sui fondamentali, e le eccezioni di tecnici troppo schematizzati sono isolate. Il vero nodo, spiega, è l’assenza di coraggio nel lanciare i giovani in prima squadra, nel farli sbagliare, crescere e restare. “Non è vero che mancano i talenti – avverte – se si guardano i risultati delle nazionali giovanili, i ragazzi ci sono. Quello che manca è la forza di puntarci davvero, come invece fanno all’estero”.
Un j’accuse rivolto non solo ai vertici federali ma all’intero ecosistema del calcio italiano, incapace di accompagnare i talenti nel salto decisivo. Per Ulivieri, cambiare rotta non è più un’opzione ma una necessità: serve una scossa culturale che liberi i giovani dall’ombra del sospetto e della panchina. Solo così si potrà tornare a costruire una Nazionale solida, competitiva e degna della sua storia. Spalletti, in fondo, potrebbe essere solo l’ennesimo bersaglio sbagliato.
Articolo pubblicato il giorno 11 Giugno 2025 - 13:55