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Titti Marrone invita alla riflessione a Salerno Letteratura con “Primmammore”

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Giunto alla sua tredicesima edizione, il festival Salerno Letteratura si conferma un appuntamento culturale di rilievo nazionale, ben oltre i confini del territorio campano. Con un programma articolato tra il 14 e il 21 giugno, la manifestazione si sta rivelando un palcoscenico vivace ed autorevole per la narrativa contemporanea italiana ed internazionale.

L’edizione di quest’anno, curata da Gennaro Carillo, Paolo Di Paolo e Daria Limatola (per la sezione ragazzi), si ispira ad un tema particolarmente intenso, ripreso da un verso celebre della canzone La donna cannone di Francesco De Gregori: “In faccia ai maligni e ai superbi. Letteratura come contropotere”.

Una scelta fortemente motivata, come ha spiegato con grande chiarezza il co-direttore artistico Gennaro Carillo:  “Il verso della Donna cannone vuole essere uno sberleffo nei confronti dei poteri selvaggi che avanzano la pretesa di dominare il mondo. C’è da temere per i destini della democrazia, sempre più esposta al rischio concreto di derive illiberali. La superbia la fa da padrona.

Ma c’è la speranza che alla superbia – la greca hybris – faccia seguito, quanto prima, il castigo – Ate – che punisce i tracotanti. Da sola, la letteratura non può cambiare le cose, ne siamo consapevoli. Ma può diventare un contropotere…”

La quarta giornata del festival è stata caratterizzata da  un ricco parterre di ospiti presentati nei suggestivi spazi del centro storico di Salerno, cornice ideale per incontri che hanno saputo unire qualità, pensiero e partecipazione. Tra i protagonisti del 17 giugno: Hope Larson, Titti Marrone, Chiara Barzini, Alberto Mantovani, Elio Pecora, Elena Mosconi, Massimo Osanna, Romana Petri, Gabriele Pedullà, Giancarlo De Cataldo e Luigi Contu.

La scrittrice Titti Marrone – già firma autorevole de Il Mattino – ha dato vita alle 18:30 ad un intenso confronto con lo storico e saggista Carmine Pinto in occasione della presentazione del suo ultimo romanzo, Primmammore, edito da Feltrinelli. Un’opera profonda che esplora i sentimenti, il tempo, il corpo e il linguaggio, offrendo una riflessione penetrante su un’intera epoca e sul persistere di dinamiche sessiste e patriarcali, evidenti anche in contesti che avrebbero dovuto favorire relazioni più egualitarie tra uomini e donne.

La narrazione prende spunto da un drammatico fatto realmente accaduto a Napoli: l’omicidio di una bambina di sei anni, uccisa da un vicino di casa che aveva precedentemente abusato di lei.

Protagonista del romanzo è Costanza, madre di Marco, il cronista costretto a scrivere l’articolo su un caso che mai avrebbe voluto raccontare. Attraverso le sue riflessioni sulle persone coinvolte, emergono le ombre del male, che spesso si annida e si confonde anche tra figure insospettabili, a noi vicinissime. Eppure, restare vigili, riconoscerne i segni, svelarne l’identità può ancora alimentare una speranza.

Durante la lettura di alcuni brani particolarmente intensi, l’autrice ha evocato il tema della violenza sommersa, fatta di gesti all’apparenza banali ma capaci di lasciare cicatrici profonde, riaffiorando nella memoria della protagonista come tracce indelebili. In uno dei passaggi più struggenti si legge: “Il corpo della bambina è il luogo su cui si imprime un dominio maschile che prende la forma del linguaggio, dello sguardo, della postura.”

L’autrice si è poi soffermata sull’urgente necessità di un’educazione sentimentale che offra ai giovani un linguaggio adeguato: “I ragazzi oggi sono esposti a contenuti devastanti, imparano la sessualità dai social. E noi adulti spesso non abbiamo gli strumenti — o il coraggio — per parlarne. Ma dobbiamo farlo. Con delicatezza, sì, ma anche con fermezza.”

Proprio per questo, a partire da settembre, promuoverà incontri nelle scuole: un impegno che va oltre la letteratura, configurandosi come un’azione civile. Temi come la sessualità e l’identità saranno al centro del dialogo con studenti e docenti, per contribuire a costruire una nuova consapevolezza.

In sintesi, Marrone ha chiarito la funzione che attribuisce alla propria scrittura: uno strumento per interrogare la realtà, ma anche un monito contro la dilagante tendenza alla semplificazione. A questa, lei contrappone la complessità, perché – come ha affermato – “le storie individuali non sono mai isolate: affondano sempre in storie più grandi.”

Salerno Letteratura prosegue fino al 21 giugno con un ricco calendario di appuntamenti, tra incontri, presentazioni che abbracciano generi e linguaggi diversi. Per consultare il programma completo della manifestazione, è possibile visitare il sito ufficiale al link seguente: https://www.salernoletteratura.com/il-programma/

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato da Annamaria Cafaro il giorno 18 Giugno 2025 - 19:05


Commenti (1)

Il festival Salerno Letteratura è un event molto interessante che porta a riflettere su tematiche attuali. Però, credo che dovrebbero essere piu’ attenti alla promozione, visto che non tutti conoscono questa manifestazione e sarebbe bello vederla crescere.

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