Roma– È morta dopo un intervento di liposuzione eseguito in un appartamento adibito abusivamente a studio medico nel quartiere Primavalle.
La vittima, Ana Sergia Alcivar Chenche, 46 anni, cittadina di origine ecuadoriana, si è sentita male pochi minuti dopo l’inizio della procedura ed è deceduta in ospedale. A eseguire l’intervento, il dottor José Lizárraga Picciotti, 65 anni, cittadino peruviano con precedenti per lesioni legati a casi analoghi.
Il tragico episodio è avvenuto sabato 8 giugno in via Francesco Roncati. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Roma, la struttura era priva di autorizzazione sanitaria dal 2012. L’ambulatorio, pubblicizzato online come “professionale ed economico”, era in realtà un semplice appartamento dove si praticavano interventi invasivi senza adeguate garanzie di sicurezza. Il medico e altri due membri dello staff – un’anestesista e un’infermiera – sono ora indagati per omicidio colposo.
Stando a una prima ricostruzione, la paziente avrebbe perso conoscenza quasi subito dopo la somministrazione dell’anestesia, accusando uno shock con marcata ipotensione. Il personale avrebbe tentato una rianimazione senza chiamare immediatamente i soccorsi. Solo in un secondo momento è stata contattata un’ambulanza privata e, infine, il 118.
La corsa al Policlinico Umberto I, però, si è rivelata inutile: la donna è arrivata al pronto soccorso in arresto cardiaco, già intubata e sottoposta a massaggio cardiaco a bordo dell’ambulanza. Ogni tentativo di rianimarla è fallito.
L’appartamento è stato posto sotto sequestro dalla polizia. Dalle verifiche è emerso che l’ultima autorizzazione sanitaria risale al 2007 e aveva validità quinquennale: da oltre 13 anni la struttura operava in modo irregolare.
Gli investigatori stanno ora accertando se fossero presenti strumenti di primo soccorso, come un defibrillatore. L’autopsia, disposta dal pubblico ministero Andrea D’Angeli, sarà eseguita mercoledì.
Il nome di Picciotti era già noto alle forze dell’ordine: nel 2006 e nel 2018 era stato denunciato da altre pazienti per lesioni gravi a seguito di interventi estetici. Nonostante ciò, il medico continuava a operare, promuovendosi anche attraverso i social dove ostentava una vita da benestante, tra auto di lusso e ristoranti d’élite.
In alcuni video pubblicati online parlava apertamente della sua fede religiosa e chiedeva “perdono” per le sue azioni.
La morte di Ana Sergia Alcivar Chenche è la terza, in meno di un anno, legata a interventi estetici finiti tragicamente. A novembre 2023 perse la vita la 22enne Margaret Spada durante una rinoplastica, e a marzo scorso morì Simonetta Kalfus, 62 anni, anche lei durante una liposuzione. Un triste elenco che riapre il dibattito sulla sicurezza e la regolamentazione del settore della chirurgia estetica.
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