Da Castellammare di Stabia a Seattle, passando per undici anni di sudore e passione nelle giovanili dell’Inter. Francesco Pio Esposito ha vissuto la notte che aspettava da una vita: il debutto in prima squadra.
È successo nella semifinale del Mondiale per Club contro gli Urawa Red Diamonds, quando il tecnico nerazzurro lo ha chiamato in campo al posto del fratello Sebastiano. Un simbolo, un segnale, un momento che profuma di destino. “Sono orgoglioso, un sogno che rincorro da quando ero bambino e indossavo questa maglia nelle giovanili”, racconta Pio con gli occhi lucidi e la voce decisa di chi non si accontenta.
Adesso il pensiero va alla sfida contro il River Plate. E lui vuole esserci, anche solo per un minuto, pronto a lasciare ogni goccia di sudore sul prato: “Darò tutto, sempre. Ogni allenamento, ogni palla. Il gol? Un altro sogno da rincorrere”. Con lui, c’è Sebastiano. Compagni di stanza, fratelli sul campo, alleati nella vita. “Ci confrontiamo, non parliamo solo di calcio, ma lui mi dà consigli utili: ci è già passato, sa cosa vuol dire esordire con questa maglia”.
E mentre studia i movimenti del capitano Lautaro Martinez, di cui dice di voler apprendere tutto, dalla grinta alla tecnica, Pio sa bene cosa gli chiede il mister. “Chivu mi ha detto di restare me stesso: occupare l’area, proteggere palla, dare profondità. È il mio gioco, è il mio modo di aiutare i compagni”. Ora testa al River, alla squadra argentina che corre, picchia e non regala nulla: “Siamo pronti a giocarcela fino in fondo, vogliamo andare avanti e ce la metteremo tutta. Con il cuore e con la maglia”.
Articolo pubblicato il giorno 25 Giugno 2025 - 11:36
Trovo che la storia di Francesco Pio sia molto interessante e emotiva. Debuttare in prima squadra è un traguardo importante, ma deve anche ricordarsi che ci sono molte sfide davanti a lui da affrontare, come il match contro il River.