La Corte d’Assise di Pisa ha emesso due ergastoli e tre condanne per l’omicidio di Elson Kalaveri, il 36enne albanese ucciso il 18 agosto 2022 a Sasso Pisano con 16 colpi di arma da fuoco.
La sentenza colpisce Qoli Shkelqim, 40 anni, di Castelnuovo Val di Cecina, ritenuto il basista che ha attirato la vittima nella trappola, e Valentino Tarallo, uno dei presunti sicari che ha agito seguendo il codice Kanun, la legge consuetudinaria albanese che impone la vendetta per delitti di sangue contro congiunti.
Deliu Shkelzen, alias Shkëlzen Keqi, considerato il mandante, è stato condannato a 27 anni di reclusione, mentre Giovanni Capone, napoletano e membro del commando, ha ricevuto 24 anni. Ivan Tolomello, autista del gruppo dalla Campania alla Toscana, è stato condannato a 18 anni, beneficiando di una pena ridotta per aver collaborato con gli inquirenti e ammesso il proprio ruolo.
Secondo la ricostruzione della Procura, accolta in primo grado, l’omicidio sarebbe stato orchestrato da Shkelzen per vendicare la morte del fratello, ferito da Kalaveri nel 2014 in Albania durante una lite e deceduto nel 2019. La vendetta, pianificata secondo il Kanun, ha portato all’agguato mortale.
I difensori di Capone e Tarallo hanno contestato la solidità delle prove e il movente, mettendo in dubbio l’identificazione dei membri del commando, ma la Corte ha confermato la tesi accusatoria.
Gli imputati sono stati inoltre condannati a risarcire i familiari della vittima con una provvisionale immediatamente esecutiva: 100mila euro alla madre di Kalaveri e 25mila euro ciascuno a sorella e fratello. La sentenza, riportata oggi dalla stampa locale, segna un capitolo significativo in un caso che ha scosso la comunità pisana, evidenziando le ombre di una faida radicata in codici arcaici.
Articolo pubblicato il giorno 11 Giugno 2025 - 12:29