Napoli – Questa mattina, attivisti di Greenpeace Italia hanno fatto parlare il mare della Gaiola, la zona marina più bella Napoli, appendendo un enorme striscione raffigurante un gabinetto con la scritta “Basta scarichi” sull’arco dell’isolotto.
Un gesto simbolico per lanciare un grido d’allarme al governo: le Aree marine protette (Amp) sono scrigni di biodiversità, non discariche per scarichi fognari. Dalla terrazza dell’Amp Gaiola, altri attivisti hanno mostrato un secondo messaggio: “Le Aree Marine Protette non sono una fogna”.
L’azione arriva dopo il ricorso presentato a febbraio da Greenpeace Italia e Marevivo al Tar della Campania contro un decreto del ministero dell’Ambiente. Il provvedimento autorizza il raddoppio degli scarichi fognari nella Zona speciale di conservazione (Zsc) Fondali Marini di Gaiola e Nisida, parte della Rete Natura 2000, vicina all’Amp Parco Sommerso di Gaiola.
Il progetto, legato al programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana (Praru) dell’ex area industriale di Bagnoli, minaccia la biodiversità di due riserve marine già fragili, gravate da scarichi esistenti e pressioni antropiche.
“Il governo, invece di proteggere la nostra preziosa biodiversità marina, trasforma aree di pregio in fogne a cielo aperto”, denuncia Valentina Di Miccoli, campaigner mare di Greenpeace Italia.
“Le aree marine protette sono l’unico strumento efficace per tutelare il mare, secondo la comunità scientifica. Anziché metterle a rischio, dovremmo raggiungere l’obiettivo internazionale di proteggere il 30% dei mari entro il 2030, su cui l’Italia è in grave ritardo”.
L’Italia, infatti, non ha ancora ratificato il Trattato degli Oceani, a differenza di molti Paesi presenti alla recente conferenza Onu di Nizza. Greenpeace smentisce le stime ufficiali del governo, secondo cui il mare protetto in Italia supererebbe l’1%. Nel conteggio vengono inclusi i Siti di interesse comunitario (Sic), come la Zsc Gaiola e Nisida, ma spesso mancano misure concrete di tutela e una gestione efficace.
Per sensibilizzare sull’urgenza di proteggere mari e comunità costiere dalla crisi climatica, la nave Arctic Sunrise di Greenpeace sta solcando i mari italiani. Dopo la Francia, farà tappa a Venezia il 21 e 22 giugno, con eventi aperti al pubblico, prima di proseguire verso Croazia e Grecia. Un viaggio per ricordare che il mare non è una fogna, ma un patrimonio da salvare.
quello di oggi senza dubbio è un segnale forte che arriva parte dell’associazione a sostegno della battaglia di quanti hanno a cuore a Napoli e non solo le sorti dell’oasi naturalistica marina de la Gaiola. Secondo molti studi la nuova condotta, seppur sottomarina, danneggerebbe in maniera irreversibile l’eco sistema di quella zona inviata e studiata dagli amanti del mare di tutto il mondo.
Articolo pubblicato il giorno 20 Giugno 2025 - 15:19