Napoli– Un anno di lavoro, due appuntamenti a settimana, parole scritte dietro le sbarre e trasformate in musica. Stasera, nel Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale, si alza il sipario su “Portami là fuori”, il concerto che vedrà protagonisti i giovani detenuti degli Istituti Penali per Minorenni di Nisida e Airola, impegnati in un laboratorio rap che ha cambiato loro la vita.
A raccontarlo è gnewsonline.it, il portale ufficiale del Ministero della Giustizia: l’esibizione rientra nel cartellone del Campania Teatro Festival e rappresenta un momento simbolico e potente. Per la prima volta, questi ragazzi si esibiranno in un luogo tanto prestigioso, portando in scena brani inediti, scritti e registrati durante i corsi curati dall’associazione "Crisi come Opportunità" (Cco).
Sul palco, accanto a loro, ci saranno quattro artisti e formatori che li hanno accompagnati lungo questo percorso: Oyoshe, Shada San, Federico di Napoli e Lucariello – alias di Luca Caiazzo, ideatore dell’iniziativa e anima del progetto dei Presìdi culturali permanenti negli istituti minorili.
"Abbiamo costruito la serata in modo che non si distinguano i professionisti dai ragazzi. Per noi, sono tutti artisti", spiega Lucariello. "Non vogliamo spettacolarizzare il carcere, ma raccontare il talento, la possibilità, il cambiamento".
Tutto è cominciato nel 2008, con “Cappotto di legno”, la canzone anticamorra scritta con Ezio Bosso.Potrebbe interessarti
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"I ragazzi erano assetati di qualcosa di vero, di una presenza", racconta ancora Lucariello. "Con Giulia Minoli, fondatrice di Cco, abbiamo dato vita a questi corsi. E oggi sono pronti a raccontare se stessi, con la forza delle loro parole e la dignità della loro musica".
Le prove sono terminate questa mattina all’interno degli istituti, nel pomeriggio il trasferimento a Palazzo Reale. Sul palco anche due volti noti della serie ‘Mare Fuori’, Giovanna Sannino e Gaetano Migliaccio, conduttori della serata.
"Stasera il pubblico vedrà il vero ‘Mare Fuori’: quello che accade ogni giorno negli IPM", afferma Giulia Minoli. Tra i brani in scaletta, spicca “Song’ ‘e cchiù” – “Sono più di questo” – una dichiarazione d’identità, un urlo di rivalsa, un modo per dire: “Io non sono solo quello che sono stato”.
Un palco, un microfono, una possibilità. Stasera Napoli ascolterà la voce di chi sogna un futuro fuori dal carcere, ma dentro la musica.







Commenti (1)
Ho letto l’articolo e trovo interessante come questi ragazzi riescono a esprimere se stessi attraverso la musica. È importante dare loro una possibilità di cambiamento, anche se ci sono sfide significative da affrontare nel percorso.