Milano – C' è amarezza mista a soddisfazione per la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano che ha confermato la condanna all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello.
L’ex barman che il 27 maggio 2023 uccise la compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, con 27 coltellate. La sentenza di secondo grado ribadisce il verdetto di primo grado per omicidio pluriaggravato, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere, ma esclude l’aggravante della premeditazione, riformando parzialmente la decisione precedente. Restano invece confermate le aggravanti legate al vincolo affettivo e ai futili motivi.
Durante la lettura del verdetto, pronunciato dalla presidente della Corte Ivana Caputo, Impagnatiello, presente in aula accanto alla sua legale Giulia Geradini, è rimasto impassibile.Potrebbe interessarti
Faida di Scampia, colpo di scena clamoroso: assolti i tre imputati dopo vent’anni
Napoli, colpo di scena in Appello: assolto il boss Alfredo Batti, il “re della droga” vesuviana
Caivano, accusato di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico: scarcerato
Violenze in carcere, difesa pronta a investire la Consulta sul cambio di presidente
La corte si riserva su giustizia riparativa per Impagnatiello
Grande commozione, invece, per i genitori di Giulia, in lacrime al momento della sentenza. La Corte si è riservata di decidere sulla richiesta di ammettere l’imputato a un percorso di giustizia riparativa, istanza osteggiata sia dalla sostituta procuratrice generale sia dal legale di parte civile, Giovanni Cacciapuoti.













































































Commenti (1)
La sentenza che ha confermato la condanna a ergastolo mi fa pensare a come giustizia e verità possono essere diverse. È una situazione molto complessa per le famiglie coinvolte, soprattutto per i genitori di Giulia, che meritano risposte.