Milano – C' è amarezza mista a soddisfazione per la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano che ha confermato la condanna all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello.
L’ex barman che il 27 maggio 2023 uccise la compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, con 27 coltellate. La sentenza di secondo grado ribadisce il verdetto di primo grado per omicidio pluriaggravato, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere, ma esclude l’aggravante della premeditazione, riformando parzialmente la decisione precedente. Restano invece confermate le aggravanti legate al vincolo affettivo e ai futili motivi.
Durante la lettura del verdetto, pronunciato dalla presidente della Corte Ivana Caputo, Impagnatiello, presente in aula accanto alla sua legale Giulia Geradini, è rimasto impassibile.Potrebbe interessarti
Maltrattò la moglie prima di ucciderla: nuova condanna per Franco Panariello
Processo al clan Moccia, annullati e poi ripristinati i divieti di dimora in Campania
Scarcerato l'ex killer Michelangelo Mazza: dal buio della camorra alla luce del riscatto
Napoli, frodi informatiche per un milione di euro: chiesti 84 rinvii a giudizio
La corte si riserva su giustizia riparativa per Impagnatiello
Grande commozione, invece, per i genitori di Giulia, in lacrime al momento della sentenza. La Corte si è riservata di decidere sulla richiesta di ammettere l’imputato a un percorso di giustizia riparativa, istanza osteggiata sia dalla sostituta procuratrice generale sia dal legale di parte civile, Giovanni Cacciapuoti.
Commenti (1)
La sentenza che ha confermato la condanna a ergastolo mi fa pensare a come giustizia e verità possono essere diverse. È una situazione molto complessa per le famiglie coinvolte, soprattutto per i genitori di Giulia, che meritano risposte.