ROMA – Come un gol beffardo subito all’ultimo secondo di recupero: Claudio Ranieri ha detto no alla Nazionale, quando ormai sembrava tutto fatto. La Figc si ritrova senza commissario tecnico proprio nel momento in cui il cerchio sembrava chiuso attorno al nome del tecnico romano, 73 anni, che aveva dato segnali chiari di apertura all’incarico e mostrato entusiasmo per quella che poteva essere l’ultima grande avventura della sua carriera.
Gabriele Gravina, presidente federale, aveva agito con velocità e discrezione. Prima la chiamata a Dan Friedkin, proprietario della Roma, per sondare la disponibilità del club giallorosso a un eventuale doppio incarico. Nessun ostacolo da Trigoria, anzi: l’apertura era stata totale. Poi il contatto diretto con Ranieri, definito da chi era nel dossier come “entusiasta e disponibile”. Il tecnico aveva anche chiesto un memorandum operativo sulla gestione congiunta Roma-Nazionale. Tutto lasciava presagire l’annuncio ufficiale, il passaggio di testimone dopo l’uscita di scena di Luciano Spalletti.
E invece, come una doccia fredda nella notte, è arrivato il passo indietro. “No grazie, non me la sento”, avrebbe detto Ranieri a Gravina. Una decisione personale, maturata in silenzio e comunicata all’ultimo momento. Niente ritorno in azzurro, nessun addio al progetto Roma, che continua ad abbracciare con dedizione.
Ora si ricomincia. Il primo nome che torna in auge è quello di Stefano Pioli, che avrebbe già un accordo verbale con la Fiorentina ma potrebbe prendere in considerazione l’azzurro, in attesa di liberarsi dall’Al-Nassr. Sullo sfondo restano i profili di Daniele De Rossi, Fabio Cannavaro e Gennaro Gattuso: tre campioni del mondo con l’azzurro nel sangue, che oggi si candidano per una missione che va oltre il ruolo di ct.
Articolo pubblicato il giorno 10 Giugno 2025 - 14:15