La faida di camorra nell’area di Afragola e Cardito sembra essere ripiombata nella sua brutale ferocia, con due omicidi eseguiti in pieno giorno nel giro di ventiquattro ore.
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Un’escalation di violenza che preoccupa le autorità e getta un’ombra sulla periferia nord di Napoli, dove nuovi gruppi criminali si contendono il controllo del territorio dopo il presunto “passo indietro” del clan Moccia.
L’esecuzione di Pasquale Buono sotto gli occhi dei genitori
L’ultimo episodio, particolarmente efferato, è avvenuto ad Afragola. Pasquale Buono, 45 anni, è stato freddato nella merceria di famiglia intorno alle sette di sera, in Corso Italia, nella zona delle palazzine Gescal.
Colpito alla schiena da diversi proiettili, non ha avuto scampo. Nonostante fosse incensurato, Buono era ritenuto da polizia e carabinieri un “elemento orbitante attivo” in uno di quei gruppi malavitosi che compongono l’attuale “galassia criminale” locale.
I killer sarebbero arrivati in moto, per poi entrare nel negozio e sparare davanti ai genitori della vittima e a numerose persone che affollavano la via in orario di chiusura dei negozi. Testimonianze e immagini delle telecamere di videosorveglianza saranno cruciali per ricostruire la dinamica dell’agguato.
La scia di sangue iniziata a Cardito
L’omicidio di Buono segue di poche ore un’altra esecuzione avvenuta martedì a Cardito, a pochi chilometri di distanza. La vittima, Antonio Vitale, un pregiudicato di 42 anni di Caivano e ritenuto elemento di spicco del clan Moccia, era stato ucciso davanti alla moglie e sempre in pieno giorno.
È ancora presto per stabilire un collegamento diretto tra i due delitti, ma le modalità omicidiarie – agguati plateali su pubblica via – fanno pensare a un’unica matrice o a una riaccensione di scontri per il controllo delle attività illecite come spaccio, estorsioni e usura.
Indagini difficili e muro di omertà
Gli agenti del commissariato di Afragola e della Squadra Mobile di Napoli non escludono alcuna ipotesi, mentre eseguono i rilievi scientifici, circondati da curiosi che assistono in massa alle operazioni. Tuttavia, come spesso accade in questi casi, gli inquirenti si trovano a fronteggiare un muro di omertà, nonostante la platealità degli omicidi.
L’escalation della violenza ha spinto il prefetto di Napoli, Michele di Bari, a disporre l’immediata intensificazione dei servizi di controllo e vigilanza nell’area interessata. La ripresa della faida sarà uno dei temi principali del prossimo comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, nel tentativo di decifrare i nuovi equilibri criminali e arginare la ferocia di questi gruppi pronti a tutto pur di conquistare pezzi di territorio.
Articolo pubblicato il giorno 12 Giugno 2025 - 06:32