Commissario straordinario per gli stadi Euro 2032
L’esonero di Luciano Spalletti non è solo una questione tecnica. Parola di Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, che — intervenendo durante l’incontro “Quo vadis Roma?” al Museo Maxxi — ha lanciato un messaggio chiaro alla Federazione e al mondo del calcio italiano: cambiare allenatore non basta, serve una scossa profonda al sistema.
“La gestione dell’esonero mi ha lasciato perplesso – ha detto Abodi – ma non entro nel merito delle scelte tecniche. La fiducia data dopo gli Europei andava letta come un’opportunità, ma ora ci sono responsabilità che vanno oltre la figura del ct.” Il riferimento del ministro è al presidente federale Gabriele Gravina, rieletto con un consenso del 98%, che ora, secondo Abodi, deve farsi carico della necessità di una rifondazione strutturale, non solo sportiva.
La direzione sembra tracciata: entro luglio — o al massimo ad agosto — sarà operativa una commissione indipendente incaricata di collaborare con la FIGC in modo esterno e imparziale. “Non per invadere il campo – precisa Abodi – ma per assicurare che i criteri patrimoniali, i controlli sulle proprietà, le regole d’iscrizione al campionato e tutti i meccanismi regolatori siano realmente efficaci.”
Una dichiarazione che suona come un avviso a chi guida oggi il calcio italiano: le riforme devono passare da azioni concrete e condivise, non da semplici cambi di facciata. Il Parlamento sarà coinvolto, ma senza scontri istituzionali: “Ognuno resti nel proprio perimetro — ha concluso il ministro — ma collabori in modo costruttivo. Se servirà una nuova legge, siamo pronti a scriverla.”
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L'esonero di Spalletti ha creato tante polemiche, ma io credo che ci sia bisogno di un cambiamento più profondo nel calcio italiano. Le parole di Abodi sono chiare e devono essere ascoltate da tutti gli attori coinvolti. Non basta cambiare il allenatore.