Un artista schietto e irriverente come UAH sta scuotendo il mondo musicale con la sua ultima bomba sonora, "Nu piezzo giusto", esponendo senza filtri il lato oscuro delle piattaforme digitali che trattano gli artisti come semplici ingranaggi monetari.
UAH, con la sua verve tagliente e testi che non hanno peli sulla lingua, solleva il velo su un mercato musicale marcio, dove le piattaforme digitali "imbustano" gli artisti meno popolari – "comm’a tanta pullastre" – per alimentare i loro algoritmi insaziabili. Questa critica spietata dipinge un quadro scandaloso di un'industria che premia solo i numeri, lasciando gli altri a marcire nell'ombra.
Il brano, prodotto dal fidato Dino Barretta e mixato al Music Factory Studio, vanta collaborazioni rodate come quelle con il chitarrista Vince Carpentieri e Giusy Barone ai cori, con un mastering finale da Frank Arkwright agli Abbey Road Studios di Londra. "Nu piezzo giusto" esplode con un groove avvolgente, miscelando sonorità electro moderne e riff funky anni '70, creando un cocktail esplosivo che non solo intrattiene, ma affonda i denti nel sistema.168
UAH, che si cela dietro maschere artigianali da un cartapestaio di Nola, rappresenta una voce "anima senza guinzaglio" in un'era ossessionata dall'apparire. Come ammette l'artista: “anche stringente e in contro-tendenza, capace di sbugiardare un sistema che sta trasformando i musicisti in tanti ‘carusielli’ (salvadanai) a beneficio permanente delle sole piattaforme streaming”, il suo stile astratto e maturo continua a sfidare le norme, attirando migliaia di visualizzazioni e confermando una presenza sempre più ingombrante.
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L'articolo è molto interessante e fa riflettere su come le piattaforme digitali trattano gli artisti. Certo, ci sono molti artisti che non vengono valorizzati come meritano e questo è un problema serio nel mondo della musica oggi.