MARCIANISE (Caserta) – Si riaccende la protesta davanti ai cancelli della Jabil: lavoratori in sciopero e un presidio infuocato per dire no a quella che Usb definisce “una cessione a scatola chiusa”. Dopo mesi di incertezza, promesse mancate e allarmi inascoltati, il sindacato torna a denunciare quello che ormai chiama senza mezzi termini uno “scandalo politico-industriale”. Al centro della bufera c’è TME Assembly Engineering, la società individuata per subentrare a Jabil nello stabilimento casertano, che – come emerso nelle ultime ore – avrebbe effettuato una donazione da 30mila euro alla Lega.
Un dettaglio che, secondo Usb, getta un’ombra pesante su tutta l’operazione, già considerata fragile dal punto di vista industriale: nessun piano occupazionale concreto, nessuna garanzia sui capitali, nessuna trasparenza sui passaggi della trattativa.Potrebbe interessarti
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Usb punta il dito anche contro il ministro Urso, che era stato messo in guardia già ad aprile sulla mancanza di credibilità del soggetto in trattativa. Ora, alla luce dei nuovi sviluppi, il sindacato chiede lo stop immediato a ogni dialogo con TME e l’apertura di un percorso trasparente, con un soggetto industriale serio, selezionato con il supporto di un advisor ministeriale. “La reindustrializzazione di Marcianise non può passare da operazioni opache e prive di sostanza – scrive Usb – Chi ha costruito tutto questo deve rendere conto. Noi non ci fermiamo qui”.
Commenti (1)
La situazione a Marcianise sembra davvero complicata, con tutti questi problemi e mancanze di chiarezza. La gente ha bisogno di risposte concrete e non di promesse che non si realizzano mai. È importante che si faccia chiarezza su queste questioni.