Dal 2 giugno 2025 i visitatori potranno di nuovo ammirare la Casa dell’Erma di bronzo, uno dei tesori più raffinati del Parco Archeologico di Ercolano. Dopo un accurato intervento di restauro e valorizzazione, questo gioiello dell’antichità torna accessibile al pubblico, a un anno esatto da un atto vandalico che ne aveva compromesso le decorazioni.
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L’operazione è stata il frutto di un lavoro congiunto tra restauratori, archeologi e specialisti della conservazione.
La Casa, che conserva l’impianto originale di epoca sannitica e affreschi in terzo stile pompeiano con paesaggi miniati, è stata oggetto di un doppio intervento. La prima fase, emergenziale, è seguita al gesto vandalico del 2 giugno 2024; la seconda, più strutturata, si inserisce nel piano di manutenzione straordinaria del sito.
Un’operazione delicata ha permesso la completa rimozione dell’inchiostro indelebile da un affresco, resa possibile solo dopo approfonditi studi sulle tecniche più sicure ed efficaci.
L’intervento ha coinvolto in particolare le superfici affrescate dell’atrio, messe in sicurezza attraverso il consolidamento della pellicola pittorica e il trattamento degli intonaci danneggiati da vecchi graffiti, risalenti agli anni ’90 e 2000. La riscoperta di frammenti decorativi originari ha contribuito a restituire coerenza e leggibilità alle decorazioni compromesse.
Un frammento di intonaco crollato nel 2019, conservato nei depositi del Parco, è stato reintegrato nella struttura, a testimonianza della lungimiranza nella gestione dei beni culturali.
A dirigere l’intervento è stato il team multidisciplinare del Parco Archeologico di Ercolano, in collaborazione con il Packard Humanities Institute e restauratori esterni. L’approccio scientifico e integrato ha consentito il recupero armonico delle superfici decorate e la restituzione della dignità originaria agli ambienti.
Il restauro è stato finanziato tramite i proventi della bigliettazione, integrati da fondi statali della legge di stabilità 2015.
“La Casa dell’Erma di bronzo torna finalmente a raccontare la propria storia,” ha dichiarato Francesco Sirano, direttore del Parco. “Non più simbolo di degrado, ma esempio concreto di rinascita culturale. Questo intervento è un messaggio forte: la cura costante e la responsabilità condivisa sono la vera tutela del patrimonio.”
La domus entra ora stabilmente nei percorsi di visita, con manutenzione programmata a garanzia della sua conservazione nel tempo.
Scavata tra il 1927 e il 1929 sotto la guida di Amedeo Maiuri, la Casa dell’Erma di bronzo (Regio III, insula 16) deve il suo nome a una statua ritratto maschile, probabilmente del proprietario, collocata su un’erma in marmo, oggi custodita nei depositi del Parco.
L’abitazione presenta una tipica planimetria romana, con accesso diretto dalla strada tramite un corridoio (fauces), due stanze laterali – tra cui una camera da letto affrescata – e un atrio centrale decorato, dotato di impluvium per la raccolta dell’acqua piovana.
Il tablino fungeva da sala di ricevimento, mentre altri ambienti – tra cui una sala da pranzo e stanze di servizio – si distribuiscono attorno a un piccolo cortile. Una scala, oggi scomparsa, conduceva al piano superiore.
Particolare attenzione meritano le finestre sulla parete nord dell’atrio, che fornivano luce ad ambienti della confinante Casa a Graticcio, suggerendo possibili legami strutturali tra le due dimore.
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