Il calcio è un mistero, e forse anche una questione di fede. Parola di Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, che ancora una volta sceglie il tono visionario e mistico per commentare il finale di stagione, tra sogni scudetto e la Champions League ormai quasi in cassaforte per l’Inter.
“Il calcio è molto bello – ha detto – perché la palla va dove Dio vuole e dove i nostri atleti possono portarla. Qualche volta va nella direzione giusta, qualche volta in quella sbagliata. Siamo tutti nelle mani di Dio e chi vivrà vedrà”. Dichiarazioni rilasciate non in uno stadio né in una sala stampa, ma in un luogo simbolico come il Circo Massimo di Roma, durante l’inaugurazione del Villaggio della Salute per la Race for the Cure, manifestazione dedicata alla prevenzione e alla lotta contro il tumore al seno.
Una cornice dal valore sociale forte, in cui De Laurentiis ha saputo unire sport, spiritualità e umanità in poche frasi. E se qualcuno cerca in lui un pronostico sul futuro immediato del Napoli o sulle reali possibilità di sorpasso nell’ultima curva di campionato, riceve solo una carezza teologica e un invito alla pazienza: “Non mi permetto di fare previsioni”. La palla è rotonda, certo. Ma, per il presidente, è Dio a dettare la direzione.
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