Un debutto teatrale che promette di sconvolgere le menti e mescolare fragilità con follia: “CRICK – atto unico in sei resoconti” fa il suo ingresso in anteprima nazionale alla Sala Assoli-Moscato dall’8 all’11 maggio, mettendo in scena una storia distopica dove un uomo comune affronta esperimenti cerebrali per diventare “normale”, in un mondo che trasforma le debolezze in armi pericolose.
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Lo spettacolo, prodotto da Casa del Contemporaneo, è tratto dal testo “Il topolino Crick” di Francesco Silvestri e Melina Formicola, con la regia di Rosario Sparno. Sul palco, gli attori Luca Iervolino e Francesco Roccasecca portano in vita questa parabola inquietante, accompagnati dalle musiche di Massimo Cordovani, dai costumi di Alessandra Gaudioso, dalle scene di Fabrizio Comparone e dal disegno luci di Simone Picardi. Le repliche si terranno alla Sala Assoli-Moscato dal giovedì al sabato alle 20.30, con una matinée domenicale alle 18.00. I biglietti costano 18,00 euro per l’intero e 15,00 euro per le riduzioni (under 30, over 65 e enti convenzionati), e sono disponibili contattando il numero 345 467 9142 o scrivendo a assoli@casadelcontemporaneo.it. Inoltre, “CRICK” sarà riproposto in prima nazionale al Teatro Vittoria durante la Primavera dei Teatri, il 29 maggio alle 20.15.
In questa rilettura audace, Silvestri trasforma la vicenda di Charlie Gordon e del topo Algernon in quella di Antonio Cafiero, un operaio con deficit cognitivo che lavora in una fabbrica di scarpe e si lega al topolino Crick in un esperimento clinico. Antonio si sottopone a una procedura che promette di triplicare la sua intelligenza, inseguendo il miraggio di somigliare agli “altri”, ma il risultato è una narrazione distopica e straziante, dove l’umanità sacrifica fragilità, fallibilità e quel tocco di meraviglia per un progresso cieco. Il teatro di Silvestri pullula di antieroi marginali, individui piccoli ma potenti, grazie a un superpotere inaspettato: la fragilità come forza, la diversità come risorsa, l’emozione come resistenza e la capacità di meravigliarsi.
Rosario Sparno, il regista, non ha peli sulla lingua: “Francesco amava molto i fumetti e i supereroi. Il suo preferito era Antman. Io definirei la sua drammaturgia: “La drammaturgia di Antman, o dei Supereroi”. Questo Supereroe aumenta la sua forza diventando piccolissimo, come una formica. Può far diventare piccoli anche gli altri, se vuole, per poi tornare “normale” a suo piacimento. Eccoli, i personaggi del teatro di Francesco Silvestri: esseri ai margini, invisibili, piccoli come formiche, ma fortissimi grazie al loro superpotere: la fragilità e la capacità di meravigliarsi. Ma ogni superpotere, si sa, è un dono che porta con sé il suo fardello. I Supereroi faticano ad adattarsi alla realtà che li circonda. Trovare posto fra i “normali” è difficile, anche se spesso è ciò che desiderano di più, per non restare soli. Antonio Cafiero è uno di questi supereroi. Forse il più vicino ad essi nella drammaturgia di Francesco”. Un monito crudo su chi resta ai margini in una società che non sa gestire i suoi “piccoli eroi”.
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