Napoli – A fare fuoco contro Emanuele Durante la sera del 15 marzo scorso secondo gli investigatori sarebbe stato Alexandr Babalyan, nato nella regione di Astrakan in Russia il 21 novembre del 1999 ma residente nella zona della Sanità e da anni legato al clan Sequino.
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Il suo nome, come quello del mandante e organizzatore Salvatore Pellecchia, 31 anni, detto “Dudù”, compare nelle oltre 200 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Federica Colucci dell’Ottava sezione del Tribunale di Napoli con la quale viene fatta luce sull’omicidio del 20enne.
L’omicidio matura come vendetta della morte del 15enne Emanuele Tufano avvenuto la notte del 24 ottobre del 2024 nella zona del Rettifilo nel corso di uno scontro a fuoco tra una paranza di 12 baby camorristi del rione Sanità e quelli del quartiere Mercato.
Pellecchia è il figlio del ras Silvio, che è il fratello di Pellecchia Maria Grazia ovvero la
madre di Tufano Emanuele. In virtù di questo legame di sangue, Pellecchia Salvatore ed il defunto Tufano Emanuele sono dunque cugini di primo grado.
C’è un. terzo indagato e si tratta di Vincenzo Brandi, 31 anni sposato con la sorellastra di Emanuele Tufano. Quest’ultimo avrebbe fatto delle ricognizioni in sella del suo motorino prima dell’omicidio di Emanuele Durante. Mentre non è stato identificato colui che era in sella allo scooter quando Alexandr o’ polacco (anche se di nazionalità russa) ha fatto fuoco in via Santa Teresa degli Scalzi.
Tutte le fasi di preparazione dell’omicidio, poi l’esecuzione e la fuga sono state riprese dalle numerose telecamere pubbliche e private presenti lungo la scena del crimine. Poi c’è stata un’attività di intercettazione effettuata dai carabinieri a carico di decine di familiari sia della vittima sia degli indagati che hanno contribuito ad alimentare il quadro accusatorio.
Dalle indagini è emerso che gli omicidi di Emanuele Tufano ed Emanuele Durante sono collegati. La notte dell’omicidio del 15enne, infatti, Emanuele Durante era in sella a uno dei sei scooter partiti dal rione Sanità per andare a sfidare e dare una lezioni a quelli di piazza Mercato.
Con lui vi era tale Mattia B., armato di pistola e che secondo gli inquirenti la notte del 24 ottobre prese parte al conflitto a fuoco. Dalle indagini interne al clan Sequino sarebbe emerso che tutti i ragazzi partiti dal rione Sanità avevano accusato Emanuele Durante di averli condotti in una sorta di imboscata nel corso della quale perse la vita il 15enne Emanuele Tufano.
Ma il proiettile che lo uccise era partito sicuramente dalla pistola di uno dei suoi amici. Tutti, convocati e interrogati da Salvatore Pellecchia non hanno saputo o voluto dire da quale arma sia partito il colpo mortale.
La fidanzata di Durante aveva visto il killer sparare
Dalle indagini è merso anche il forte clima di omertà e di tentativo di depistaggio ma anche la consapevolezza che tutti sapessero tutto compreso i genitori, separati, di Emanuele Durante e poi la stessa fidanzata che nelle immediatezze dell’omicidio aveva indicato in Alexadr o’ polacco il nome del killer per poi spiegare agli investigatori di non aver visto niente.
(nella foto da sinistra il presunto killer Alexandr Babalyan, il mandante e organizzatore Salvatore Pellecchia e poi le due vittime: Emanuele Durante ed Emanule Tufano)
Articolo pubblicato il giorno 8 Maggio 2025 - 22:19