Sembra la trama di un film di fantascienza, e invece è realtà: un gruppo di scienziati ha appena inventato un dispositivo in grado di trasformare l’aria in acqua potabile. No, non è magia. È scienza. E potrebbe rivoluzionare il nostro modo di affrontare emergenze, siccità e cambiamenti climatici.
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Dove nasce questa meraviglia tecnologica? All’Università RMIT in Australia, in collaborazione con istituti cinesi, dove un team di ricercatori ha progettato un mini-dispositivo grande quanto un bicchiere da caffè… ma con poteri da supereroe.
Questo “bicchiere magico” cattura l’umidità dell’aria grazie a una spugna intelligente a base di legno di balsa e sali igroscopici super assorbenti (tipo cloruro di litio). La vera chicca? Funziona solo con l’energia del sole. Quando la cupola trasparente viene chiusa sotto la luce solare, l’acqua raccolta si condensa e… voilà, è pronta da bere.
Il tutto grazie a un materiale chiamato WLG-15 che non solo assorbe l’umidità anche nei deserti, ma rilascia quasi tutta l’acqua raccolta in meno di 10 ore. E può funzionare anche a -20 °C. Fantascienza? No: futuro.
La vera rivoluzione? Questo sistema è economico e accessibile, grazie all’uso del legno di balsa e alla semplicità del design. I ricercatori assicurano che è più efficiente di metodi come la raccolta della nebbia o i costosi sistemi di raffreddamento radiativo. E, cosa ancor più incredibile, mantiene alte prestazioni anche dopo settimane al gelo.
Un singolo cubetto pesa meno di un grammo ma riesce a produrre millilitri preziosi di acqua potabile. In una sola giornata di sole, 9 cubetti possono raccogliere fino a 15 ml di acqua. Pochi? Forse. Ma immagina una rete di dispositivi più grandi…
Il MIT ha già sviluppato materiali in grado di catturare acqua nei deserti e nel Maryland un team ha realizzato una spugna gigante che assorbe acqua senza bisogno di elettricità, solo esponendola al sole. Ma la soluzione australiana resta tra le più promettenti, per semplicità, efficienza e bassissimo costo.
Blackout, crisi idriche, ondate di caldo, fiumi secchi. Il mondo cambia, e avere una fonte d’acqua indipendente potrebbe fare la differenza tra sopravvivere e soccombere. Questa invenzione potrebbe essere usata in aree remote, zone colpite da disastri, campi profughi… o persino nei nostri zaini da campeggio del futuro.
📢 E se bastasse il sole per non morire di sete?
Questa non è più solo una domanda da film. È il primo passo verso un futuro più resiliente.
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