L’inchiesta sulla tragedia della funivia del Faito entra nel vivo. Nei prossimi giorni i consulenti della Procura di Torre Annunziata effettueranno un sopralluogo sul luogo del disastro, dove giovedì scorso una delle cabine è precipitata lungo il tracciato che collega Castellammare di Stabia con la vetta del monte, causando quattro vittime e un ferito grave.
I periti, accompagnati da Polizia di Stato, Vigili del Fuoco e uomini del soccorso alpino, saranno affiancati dai magistrati del pool guidato dal procuratore Nunzio Fragliasso.
L’attenzione degli investigatori si concentrerà in particolare sul cavo traente – al quale la cabina risultava ancora agganciata al momento della caduta – e sul sistema frenante che, a differenza della cabina a valle, non è entrato in funzione.
Al momento, i pm Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio, insieme all’aggiunto Giovanni Cilenti, ipotizzano i reati di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Gli inquirenti stanno passando al setaccio circa 15 faldoni di documenti, tra cui certificazioni di sicurezza, collaudi e registri di manutenzione, comprese le verifiche settimanali.
C’è ora attesa per gli esami autoptici sulle vittime, che potrebbero portare all’iscrizione dei primi indagati. Nell’incidente hanno perso la vita Janan Suliman, farmacista israelo-palestinese di 25 anni;
i coniugi britannici Elaine Margaret Winn (58) e Derek Winn (65); e Carmine Parlato, 59enne macchinista Eav, residente a Castellammare. Resta in gravi condizioni in ospedale Thabet Suliman, 23 anni, fratello di Janan.
Nel frattempo la città si stringe nel lutto. Due le cerimonie religiose celebrate in memoria delle vittime: la prima al Santuario di Pozzano, dove l’arcivescovo Francesco Alfano ha rivolto parole di conforto ai cittadini, sottolineando le ricadute sociali ed economiche della tragedia; la seconda al Santuario di San Michele sul Faito, frequentato dagli operatori dell’impianto.
Particolarmente toccante la presenza dei colleghi di Carmine Parlato, un lavoratore appassionato della funivia che, per tornare a guidare quelle cabine, aveva rinunciato a un altro incarico.
La chiusura dell’impianto, che nel 2023 aveva registrato oltre 108mila passeggeri, rappresenta un duro colpo per l’intera economia turistica della zona, fondata su trekking, ristorazione e accoglienza. Oggi, nel piazzale a quota 1.100, solitamente gremito nei giorni festivi, regnava il silenzio.
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