Bartolomeo Massaro
Il Magistrato di Sorveglianza del Tribunale di Avellino ha concesso la semilibertà a Bartolomeo Massaro, 55 anni, ritenuto uno dei capi storici dell’omonimo clan camorristico attivo tra la Valle di Suessola e la Valle Caudina.
Il provvedimento è stato eseguito in accoglimento dell’istanza presentata dall’avvocato Vittorio Fucci e dal dott. Giuseppe Vittorio Fucci, e dà esecuzione a una precedente decisione del Tribunale di Sorveglianza di Catania.
Massaro, originario di San Felice a Cancello e residente ad Arpaia, sta scontando una condanna per duplice omicidio aggravato dal metodo mafioso e per associazione camorristica.
Figura di spicco del clan, è anche figlio di Giovannina Sgambato, ritenuta dalla DDA l’attuale reggente del sodalizio criminale e coinvolta nell’ultima maxi-inchiesta che ha colpito la rete del gruppo malavitoso.
La decisione di concedere nuovamente il regime di semilibertà arriva dopo una precedente revoca, disposta a causa di ripetute violazioni delle prescrizioni e comportamenti minacciosi che avevano fatto scattare la sospensione del beneficio.
Il ritorno in semilibertà di Massaro, seppur parziale e soggetto a rigidi controlli, riaccende l’attenzione sulla gestione penitenziaria dei vertici dei clan e sul potenziale rischio di mantenimento dei legami criminali anche durante la detenzione.
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L'articolo parla della decisione del magistrato di sorveglianza ma non chiarisce bene quali sono stati i motivi che hanno portato a questa scelta. Anche se Massaro ha una condanna grave, sarebbe utile capire meglio le sue condizioni attuali.