Camorra, l'imprenditore Antonio Fusco "referente stabile" del clan Bidognetti
CASERTA – Colpo ai vertici del clan dei Casalesi: cinque persone sono state arrestate dai carabinieri della Compagnia di Aversa al termine di un’indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Tra gli arrestati figurano tre soggetti ritenuti elementi di spicco delle fazioni Bidognetti e Schiavone, due delle più radicate del sodalizio criminale.
Tra i destinatari delle misure cautelari c’è Antonio Fusco, 45 anni, imprenditore del litorale domitio attivo nel settore delle forniture per la ristorazione, considerato dagli inquirenti un “referente stabile” del clan Bidognetti per il finanziamento delle casse del gruppo.
Fusco è accusato di aver acquistato numerosi immobili all’asta, avvalendosi dell’intimidazione esercitata da uomini del clan per scoraggiare eventuali concorrenti. Inoltre, sarebbe direttamente coinvolto in un progetto per la costruzione di un ristorante di una nota catena di fast food a Castel Volturno, su un terreno confiscato a un imprenditore colluso con il clan.
Le indagini hanno accertato anche il coinvolgimento di Nicola Gargiulo (classe 1967) e Nicola Pezzella (classe 1963), entrambi ritenuti responsabili della gestione delle estorsioni nei comuni di Lusciano e Parete, territori storicamente sotto il controllo del clan.
Pezzella, in particolare, è indicato come referente del gruppo Schiavone per il traffico di stupefacenti sulla costa domitiana. Dopo un lungo periodo di detenzione, avrebbe ripreso le attività illecite, tornando a gestire sia le estorsioni che il mercato della droga.
Arrestato anche un cittadino albanese, Hermal Hasanai (classe 1984), accusato di pagare migliaia di euro al mese al clan per mantenere il controllo pressoché monopolistico sulla distribuzione di droga nel litorale domitio. Insieme a Umberto Meli (classe 1993), sarebbe coinvolto in un’estorsione da 15mila euro ai danni di un imprenditore della zona, realizzata con violenza e minacce, in concorso con altri soggetti legati al clan per i quali si procede separatamente.
Le accuse, a vario titolo, vanno dall’associazione mafiosa all’estorsione, passando per il traffico di sostanze stupefacenti e il reimpiego di capitali illeciti. Il provvedimento rappresenta un duro colpo alla rete economica e intimidatoria del clan dei Casalesi, che continua a esercitare una forte influenza sul territorio nonostante le numerose operazioni di contrasto.
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