Venezia – Senza interventi urgenti, entro il 2150 il livello del mare nella Laguna di Venezia potrebbe salire fino a 3,47 metri rispetto ai livelli attuali, sommergendo 226 km² di territorio (il 64% dell’area studiata) in caso di eventi estremi come l’acqua alta del 1966 o del 2019.
L’allarme arriva da uno studio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che ha elaborato proiezioni fino al 2150, mappando gli scenari di inondazione per il 2050, il 2100 e il 2150 in assenza di nuove protezioni.
I ricercatori Tommaso Alberti e Daniele Trippanera, autori dello studio, avvertono: «Senza azioni concrete, Venezia sarà sempre più esposta a inondazioni, con gravi conseguenze per la popolazione e il patrimonio storico». I dati indicano che:
Lo studio, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (progetto Prin-Gaia) e collegato al progetto europeo Savemedcoasts2, conferma che la vulnerabilità di Venezia è aggravata da due fattori chiave:
Le zone più basse della laguna sono quelle maggiormente esposte, con gravi ripercussioni su infrastrutture, attività economiche e insediamenti urbani. Marco Anzidei, ricercatore INGV, lancia un appello:
«Servono interventi immediati nella pianificazione territoriale e nei piani di gestione del rischio. Solo con una strategia lungimirante si potrà proteggere Venezia, la sua gente e il suo patrimonio universale».
La ricerca sottolinea l’urgenza di potenziare il sistema MOSE e adottare nuove misure di adattamento, per evitare che la città diventi sempre più vulnerabile. Con l’innalzamento dei mari inesorabile, la sfida per Venezia non è più rinviabile: agire ora o perdere un pezzo di storia.
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E' importante che si prenda seriamente questo studio, ma mi chiedo se davvero si faranno qualcosa prima del 2150. Le conseguenze potrebbero essere devastanti per Venezia e le persone che vivono li. Serve pianificare adesso.