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Al via oggi le udienze nel processo per la morte di Maradona, primi testimoni gli agenti di polizia

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Oggi prendono il via le udienze ai testimoni nel processo per la morte di Diego Armando Maradona, avvenuta il 25 novembre 2020: il caso continua a suscitare un interesse globale e oggi saranno ascoltati i primi testimoni, gli agenti di polizia che sono accorsi a casa del leggendario calciatore subito dopo aver ricevuto la notizia del suo decesso.

Secondo quanto riportato dal quotidiano "Infobae", la Procura si concentrerà in particolare sulle possibili negligenze nella gestione della salute del "Diez" durante gli ultimi giorni della sua vita. Al contrario di quanto indicato inizialmente da alcuni media, non sono previsti per il momento i familiari diretti di Maradona, come i figli maggiori Dalma, Giannina, Jana e Diego Junior. Non verranno neppure ascoltati amici stretti, giornalisti o il dottor Collin Campbell, vicino di casa di Maradona e uno dei primi a vedere il cadavere del calciatore.

Oggi, tra i testimoni convocati, figurano l'ufficiale di polizia Lucas Farias e i commissari Lucas Rodrigo Borge e Leonardo Mendoza, che sono stati tra i primi agenti a entrare nell'abitazione di Maradona dopo la sua morte.

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Le loro testimonianze sono considerate fondamentali dalla Procura per chiarire le condizioni del corpo nelle prime ore dopo il decesso del campione argentino.

Il processo, che potrebbe durare a lungo dato l'elevato numero di testimoni (circa 90), affronterà anche la revisione delle trascrizioni del codice rosso del giorno della morte di Maradona, nonché il video che documenta il primo ingresso nella casa del campione dopo il decesso. In aggiunta, verrà esaminato il video dell'autopsia, che ha confermato che Maradona è morto per "insufficienza cardiaca acuta, che ha causato un edema polmonare acuto", dovuto a "miocardiopatia dilatata".

Un altro aspetto del processo riguarderà la verifica delle condizioni della casa dove Maradona ha trascorso gli ultimi mesi della sua vita, per stabilire se fosse adeguata per un ricovero domiciliare. Sarà anche ripercorsa la sua condizione clinica degli ultimi 20 anni, per determinare se il protocollo medico adottato fosse adeguato a fronte delle sue problematiche di salute.

Articolo pubblicato il 18 Marzo 2025 - 12:37 - Federica Annunziata

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