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Presidio a Gricignano: “Verità per la morte di Patrizio Spasiano”

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Circa duecento persone hanno preso parte a Gricignano d’Aversa  al presidio tenuto davanti ai cancelli dell’azienda Frigocaserta per chiedere “verità e giustizia per Patrizio Spasiano”, il lavoratore 19enne morto in seguito ad un incidente nell’azienda di surgelati per una fuga di ammoniaca.

Ad organizzare la manifestazione “Potere al Popolo” e il “Comitato Giustizia per Patrizio”. Spasiano era con altri tre colleghi quando avvenne l’incidente sul lavoro, tutti dipendenti dell’azienda Cofrin di Villaricca, e stava svolgendo lavori di manutenzione alla Frigocaserta.

“Me lo hanno ucciso, voglio la verità, Patrizio era tirocinante e prendeva solo 500 euro, e non doveva stare là” ha urlato la madre del giovane lavoratore, Simona Esposito, presente al presidio con il marito e papà di Patrizio, Armando Spasiano, e la fidanzatina del 19enne, Noemi.

Tanti anche gli amici di Patrizio che sono arrivati a Gricignano d’Aversa, così come gli studenti dei Collettivi Universitari che da giorni si stanno mobilitando per Patrizio, cui hanno intitolato simbolicamente diverse strade di Napoli, Torino e Padova; presenti anche gli Studenti Autorganizzati Campani (Sac), l’Ex Opg – Je so Pazzo, il collettivo Ecologia Politica (EcoPol), il Movimento Migranti e Rifugiati Napoli (MMRN) e il sindacato USB.

Nessuno della Cofrin era invece al presidio, così come nessuno, tra dipendenti e dirigenti della Frigocaserta, è uscito dall’azienda per portare solidarietà ai manifestanti. Durante la mattinata sono stati deposti i fiori davanti ai cancelli dell’azienda e ed è stato posto un manichino annerito con le mani in faccia, ad imitare il modo in cui è morto Patrizio, lasciato solo durante la fuoriuscita di ammoniaca perché i colleghi erano fuggiti via per salvarsi; i soccorritori sono entrati dopo diverse ore, trovando il corpo di Patrizio quasi bruciato e nella posa riprodotta dal manichino.

“Siamo qui oggi per chiedere la verità su cosa sia accaduto a Patrizio Spasiano che, in tirocinio per 500 euro al mese si è trovato a svolgere una mansione non sua” ha sottolineato Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al Popolo, che si è poi posto poi tutta una serie di domande, cui l’indagine della Procura della Repubblica di Napoli Nord per omicidio colposo dovrà dare risposta

. “Perché non c’erano adeguati sistemi di sicurezza per fermare in tempo la sostanza tossica che lo ha ucciso. Perché il consulente del lavoro che ha attivato il tirocinio non ha verificato tutte le condizioni?

Chi doveva fornire la formazione necessaria sulla sicurezza e non lo ha fatto? Non solo, pensiamo sia urgente intervenire sulla precarietà del nostro sistema, perché nel meccanismo degli appalti e dei subappalti a pagare sono sempre i lavoratori, anche con la vita. Per questo, è necessario introdurre il reato di omicidio sul lavoro. Pretendere giustizia – conclude Granato – significa che nessuno più in questa regione sia mandato a morire per uno stage”.


Articolo pubblicato da A. Carlino il giorno 27 Febbraio 2025 - 15:04


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