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Impagnatiello aveva programmato l’omicidio di Giulia per sei mesi

Rese note le motivazioni della sentenza della condanna all'ergastolo per il barman.
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Senago – Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo per l’efferato omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, avrebbe premeditato l’atroce gesto per quasi sei mesi, “programmando ogni dettaglio” dell’assassinio.

È quanto emerge dalle motivazioni della sentenza, nelle quali i giudici della Corte d’Assise di Milano descrivono un “proposito criminoso” covato da Impagnatiello fin dal dicembre 2022, quando la compagna aveva scoperto di essere incinta.

L’idea di “sbarazzarsi” di Giulia, maturata nel tempo, sarebbe stata alimentata dalla relazione segreta con un’altra donna. Una doppia vita fatta di menzogne e manipolazioni, con Giulia e l’altra donna “tenute in scacco come pedine”.

Il giorno del delitto, la “svolta”: l’incontro tra Giulia e la collega, durante il quale vengono svelate tutte le bugie di Impagnatiello. Una “presa di consapevolezza” che scatena nell’uomo una “rabbia fredda” e la decisione di “rimodulare il programma criminoso”, uccidendo la compagna con “modalità nuove ed efferate”.

L’agguato nell’abitazione di Senago è stato di una violenza inaudita: 37 coltellate, 11 delle quali inferte quando Giulia era ancora viva. Un accanimento che ha portato i giudici a riconoscere, oltre alla premeditazione, anche l’aggravante della crudeltà.

“Giulia – scrivono i giudici – ha senz’altro realizzato, sebbene per una manciata di secondi, che insieme con lei moriva anche il nascituro che portava in grembo”. Un pensiero che ha “senz’altro provocato” in lei una “sofferenza ulteriore”.

Dopo l’omicidio, il tentativo di bruciare il corpo nella vasca da bagno, un “ultimo tassello del programma criminoso” che Impagnatiello aveva cercato di portare a termine con meticolosità.

Durante il processo, l’imputato ha mostrato “scarsa resipiscenza” e ha tentato di “attenuare la propria responsabilità”. Un atteggiamento che non ha convinto i giudici, i quali lo hanno condannato alla pena massima.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato da Rosaria Federico il giorno 18 Febbraio 2025 - 08:32


Commenti (3)

L’articolo presenta una situazione molto tragica e complessa. E’ difficile immaginare la sofferenza di Giulia e del bambino. La decisione di Impagnatiello è incomprensibile e lascia molte domande su come si possa arrivare a tanto. La giustizia deve essere severa.

Vero, è difficile da comprendere. Questo tipo di comportamenti è inaccettabile e fa riflettere su quanto sia importante la comunicazione nelle relazioni per evitare tragedie simili.

E’ un caso molto triste e inquietante, non riesco a capire come una persona possa arrivare a fare certe cose. La violenza non dovrebbe mai essere una soluzione, specialmente in situazioni cosi delicate come una gravidanza.

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