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Acerra, il papà della piccola Giulia positivo all’hashish

Il mistero della morte della piccola di nove mesi: bisogna capire perché il cane l'ha attaccato e dove era il padre in quel momento
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Gli esami tossicologici eseguiti sul papà della piccola Giulia, la bambina di Acerra di nove mesi sbranata e uccisa dal pitbull di famiglia nella notte tra sabato e domenica, avrebbero attestato una positività ai cannabinoidi.

Si tratterebbe di un test che non chiarisce con esattezza i tempi del momento di assunzione della sostanza e di conseguenza dovrà essere confermato da altri esami. Per adesso ciò che è certo è che il 25enne è indagato dalla Procura di Nola con l’accusa di omicidio colposo. Gli viene contesta in particolare l’omessa custodia e vigilanza del cane in suo possesso.

Gli inquirenti stanno scandagliando anche le immagini delle telecamere della zona per verificare se Vincenzo Loffredo sia uscito per procurarsi l’hashish. Insomma bisogna capire cosa è successo e perché.

 Era in casa o no e se si era stordito dall’hashish a tal punto da non sentire niente?

La sua versione, tra l’altra cambiata quando si è reso conto dell’enorme bugia che aveva detto, che stava dormendo e di non. essersi accorto di nulla stride su una aggressione del genere. In cane abbaia e ringhia quando attacca e poi la piccola di certo ha pianto forte.

L’avvocato Luigi Montano, legale del papà della piccola Giulia, conferma la positività all’hashish dell’uomo, che il giorno della tragedia alle 4 del mattino si è recato a lavorare al bar dove svolge le mansioni di barista per tornare a casa alle tre del pomeriggio.

Secondo quanto si è appreso inoltre, non risulta alcuna denuncia ai danni di Tyson, il pitbull senza microchip che il padre di Giulia indica come il responsabile della morte della figlia. In casa, oltre a Tyson, c’era anche Laika, una meticcia che invece ha il microchip.

Il decesso della piccola sarebbe avvenuto tra le 22,30 e la mezzanotte di sabato

Il decesso sarebbe avvenuto tra le 22,30 e la mezzanotte: il papà, quando si è svegliato, ha trovato la figlia a terra. Il 24enne Vincenzo Loffredo è indagato a piede libero per omicidio colposo. Il narcotest, secondo quanto si è appreso, sarà ripetuto dagli investigatori.

L’animale non era dotato di microchip identificativo. Nella casa c’era anche un altro cane, di piccola taglia, quest’ultimo invece con microchip.

Sia il  pitbull di nome Tyson l’altro cane  sono stati affifdati a un canile di Frattaminore: sono stati visitati e ed erano in buone condizioni. Il pitbull non si è mostrato aggressivo.

E infatti il veterinario ai microfoni del Tg Campania ha spiegato che bisogna “Verificare se si sono potute avere condizioni particolari che hanno portato il pitbull ad aggredire la piccola”.

I campioni delle feci dei due cani di proprietà del padre di Giulia sono in attesa di essere analizzati per verificare la presenza di tracce organiche della piccola. È quanto spiegano dall’Asl Napoli 2, dove viene mantenuto il riserbo rispetto all’indiscrezione che non sarebbero state trovate tracce organiche sull’esterno dell’animale.

Le analisi sono state disposte dalla Procura di Nola che ha aperto un fascicolo in seguito alla morte della piccola, ed indagato il padre che aveva in custodia la figlia.

Intanto l’onorevole di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro, ha depositato la proposta di legge “Istituzione corsi di formazione e licenza per il possesso o la detenzione di cani ritenuti potenzialmente offensivi” a seguito della tragedia di Acerra dove una neonata di 9 mesi e’ stata uccisa dal pitbull di famiglia.

Presentata una proposta di legge per formazione e licenza possesso cani pericolosi

” Con preoccupante frequenza veniamo a conoscenza di episodi di aggressioni, talvolta con esiti tragici, perpetrati da cani appartenenti a razze considerate ‘a rischio’ o ‘pericolose’ – ha detto Rizzetto -.

Di fronte ad un fenomeno, che si presenta complesso, serve che vengano introdotte specifiche misure specifiche nell’ottica di un’azione di prevenzione volta a ridurre i rischi di aggressione. Con questo obiettivo ho depositato una proposta di legge che disciplina l’istituzione di corsi di formazione e una licenza per il possesso o la detenzione di cani ritenuti potenzialmente offensivi”.

“Se da una parte va senz’altro attribuita importanza all’educazione dell’animale, e’ evidente che la tipologia di razza canina – pur non essendo un fattore determinante – puo’ oggettivamente influire sulla potenziale pericolosita’ dell’animale, in ragione di specifiche caratteristiche che aumentano il rischio di comportamenti indesiderati e potenzialmente dannosi – ha aggiunto il parlamentare -.

La gestione degli animali da compagnia e’ un impegno che va preso con consapevolezza e responsabilita’. La necessita’ di tutelarli, in quanto esseri senzienti, e’ imprescindibilmente connessa a quella di assicurare che non costituiscano un pericolo per l’incolumita’ delle persone. Si tratta di un aspetto cruciale nell’ambito del rapporto tra persone e animali, che richiede di raggiungere un equilibrio tra la loro tutela e la salvaguardia della sicurezza pubblica”.

 


Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 18 Febbraio 2025 - 15:57


Commenti (2)

L’articolo parla di una tragedia molto triste, ma ci sono tante domande che non hanno risposte. Come mai il cane era senza microchip e cosa ha portato a questa aggressione? Le autorità devono fare di piu per la sicurezza.

E’ veramente triste sentire di queste tragedie. La situazione del papà e del cane è complicata e difficile da gestire. Speriamo che la verità venga a galla al più presto per tutti i coinvolti, specialmente per la famiglia.

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