Lavoratori costretti a smaltire ferie e permessi. Allo stabilimento jabil di Marcianise non è ancora partita la procedura prevista dalla legge per i licenziamenti collettivi - l'azienda ha deciso di cessare l'attività entro marzo prossimo - ma intanto la multinazionale Usa dell'elettronica prosegue nella sua condotta di irreversibile chiusura verso i 418 lavoratori, cui intende far smaltire coattivamente ferie e permessi, come fatto nei mesi scorsi dopo che i dipendenti si erano espressi contro la richiesta di ulteriore proroga della cassa integrazione.
Senza cig, e con le commesse di lavoro al palo, i vertici aziendali hanno così convocato i rappresentanti sindacale interna (Rsu) dello stabilimento di Marcianise per avviare il percorso dell'Esame Congiunto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro in materia di "Contrazione temporanea dell'Orario di Lavoro".Potrebbe interessarti
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La riunione si è tenuta il 7 gennaio e va trovato un accordo entro dieci giorni, in assenza del quale l'Azienda procederà unilateralmente alla fruizione di tali istituti. "E' incomprensibile - aggiungono i sindacalisti interni - come la stessa Jabil, che ha rifiutato la possibilità di un giusto riposo ai propri dipendenti durante le festività natalizie, si arroghi poi questa soluzione non condivisa per le proprie necessità di recupero finanziario di un business, che ancora attendiamo".
Intanto la Rsu ha proclamato otto ore di sciopero per lunedì 13 gennaio, quando si terrà lo sciopero generale dei metalmeccanici in tutto il casertano; al corteo in programma a Caserta parteciperanno anche gli addetti Jabil.






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