La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a sei anni e otto mesi di reclusione per Maurizio Coppola, 45enne di Casoria, accusato di tentate rapine e tentato omicidio. La sentenza, emessa dalla prima sezione penale della Corte presieduta da Monica Boni, segna l’epilogo giudiziario per uno dei membri della banda che aveva preso di mira le filiali Unicredit e Banco di Napoli a Santa Maria Capua Vetere. La complicità del basista, una guardia giurata, aveva facilitato i piani criminali.
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Coppola faceva parte di un’organizzazione criminale insieme a Vincenzo Esposito, ritenuto il capo, e Giuseppe Cirella, la “talpa” interna. Il gruppo aveva pianificato nei minimi dettagli i colpi ai due istituti di credito, ma i piani erano falliti a causa di imprevisti. Durante una fuga, la banda si era resa responsabile anche del tentato omicidio di una pattuglia dei carabinieri: i militari, che avevano intimato l’alt a un posto di blocco, furono quasi investiti dai rapinatori, ma riuscirono a evitare il peggio grazie alla loro prontezza.
La Corte d’Appello di Napoli aveva confermato la responsabilità di Coppola per i reati contestati, rideterminando la pena a sei anni e otto mesi. L’imputato aveva presentato ricorso in Cassazione tramite il suo legale, contestando l’esistenza di un’organizzazione criminale e sostenendo che il coinvolgimento di Coppola fosse occasionale. Secondo la difesa, l’imputato avrebbe agito in preda alla paura nel tentativo di fuga e senza volontà di fare del male ai carabinieri.
La Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Secondo i giudici, “la partecipazione di Coppola all’associazione criminale è stata comprovata, così come il suo coinvolgimento nelle rapine programmate e la stretta collaborazione con il capo dell’organizzazione, Vincenzo Esposito”. La sentenza ha inoltre evidenziato che i membri della banda avevano studiato accuratamente gli obiettivi, assegnando ruoli precisi e assicurandosi mezzi e armi per i colpi.
Uno degli episodi chiave è stato il mancato posizionamento di una pistola nel bagno della banca da parte del basista, Giuseppe Cirella, che ha fatto fallire il piano. Nonostante questo, la Cassazione ha sottolineato che Coppola era pienamente parte del piano criminoso e non un semplice partecipante occasionale.
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