Dopo quasi tre mesi di arresti domiciliari, questa mattina Giovanni Toti ha rassegnato le dimissioni da presidente della Regione Liguria, consegnando una lettera di dimissioni irrevocabili scritta a mano, tramite l’assessore Giacomo Raul Giampedrone, all’ufficio protocollo.
Toti è agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione: secondo le indagini, avrebbe ricevuto tangenti in cambio di favori, come la concessione di spazi portuali a Genova.
“Avrei voluto confrontarmi diversamente con il nostro territorio, con i tanti sindaci e amministratori con cui abbiamo condiviso i progetti, gli amici che mi hanno affiancato in due lustri di lavoro indefesso, le forze politiche che hanno sostenuto questa esperienza.
Non è stato possibile farlo, ma sono confidente che lo sarà nel prossimo futuro,” scrive Toti in una lettera aperta consegnata al suo avvocato.
Le elezioni regionali a questo punto si terranno probabilmente in autunno, mentre le dimissioni di Toti potrebbero facilitare la revoca degli arresti domiciliari e accelerare il processo giudiziario.
Sempre Toti scrive: “Si apre per tutti una fase nuova: agli elettori il compito di giudicare la Liguria che abbiamo costruito insieme in questi lunghi anni e decidere se andare avanti su questa strada.
Ai partiti della maggioranza la responsabilità di valorizzare con orgoglio i risultati raggiunti, non tradire il consenso raccolto, valorizzare la classe dirigente cresciuta sul territorio.”
Solidarietà all’ormai ex governatore arriva da Micaela Biancofiore: “Costringere un governatore, democraticamente eletto, a scegliere tra la libertà e le dimissioni è quanto più lontano dal concetto di una democrazia occidentale: una vicenda inquietante, inconcepibile in uno Stato di diritto.”
Nel centrosinistra, invece, si guarda già alle elezioni: “Le dimissioni di Toti erano un atto politicamente dovuto per il fallimento delle sue politiche che hanno portato la sua Regione a vedere compromessi diritti e prestazioni essenziali,” premette Angelo Bonelli di Avs.
“Dalla sanità pubblica al trasporto, con una forte aggressione all’ambiente. Ora rimaniamo uniti per vincere le elezioni e per costruire una Liguria rispettosa del territorio, dell’ambiente, della partecipazione e della democrazia.”
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