Napoli. Si è difeso accusando il killer che potrebbe aver fatto tutto da solo e con motivazioni personali. Ma le prove a carico dell'imprenditore napoletano Gennaro Petrucci in carcere perché ritenuto il mandante dell'omicidio dell'ingegnere Salvatore Coppola, ex collaboratore di giustizia con legami con i clan della zona orientale di Napoli sembrano solide.
L'avvocato Antonio Bucci, che difende l'imprenditore, marito dell'imprenditrice antiracket Silvana Fucito, ha spiegato alle agenzie di stampa di "aver offerto al collegio e alla Procura la prova del fatto che il presunto esecutore materiale avrebbe potuto vantare un credito di altra natura nei confronti di Petrucci.
La difesa ha concluso chiedendo la derubricazione della misura cautelare carceraria con gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, fuori dalla regione Campania.Potrebbe interessarti
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Petrucci, nel suo ruolo di indagato, affronterà il processo nel rispetto di ciò che deciderà la magistratura".
Ma ci sono le intercettazioni telefoniche nelle quali si parla di 20mila euro e che al killer Mario De Simone siano stati dati solo 6mila euro. E di questo si lamenta. Il gip di Napoli deciderà nelle prossime ore la sorte dell'imprenditore incastrato da un trojan iniettato nel suo smartphone.
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