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Processionaria: cos’è, com’è fatta e quali sono i pericoli per l’uomo

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Nel mondo del giardinaggio, piccoli dettagli possono avere grandi implicazioni. Uno di questi dettagli, spesso trascurato ma di grande importanza, è la presenza della processionaria nel nostro ambiente verde.

Questo insetto, benché piccolo, porta con sé sfide non indifferenti che ogni appassionato di giardinaggio e amante della natura dovrebbe conoscere. In questo articolo, ci immergeremo nel mondo della processionaria, esplorando non solo la sua natura e le sue caratteristiche, ma anche i potenziali rischi che rappresenta per l‘uomo e per gli animali domestici.

Cosa è la processionaria?

La processionaria del pino, scientificamente conosciuta come Thaumetopoea pityocampa, è molto più di un semplice insetto. È un lepidottero che, nella sua fase larvale, vive e si muove in gruppi, creando lunghe processioni di bruchi che danno il nome a questa specie. Questo comportamento, oltre ad essere un fenomeno affascinante dal punto di vista etologico, ha anche importanti implicazioni per la salute e la sicurezza dei giardini e delle aree verdi.

Questi bruchi si nutrono principalmente delle foglie di varie specie di pini, ma possono occasionalmente trovarsi anche su altri alberi da conifera. Questa dieta li rende ospiti comuni nei nostri giardini, soprattutto in quelli ricchi di queste piante. La presenza della processionaria non è limitata a una specifica regione geografica, ma è diffusa in molte aree con clima temperato, rendendola un ospite abbastanza comune, ma non sempre gradito.

I bruchi della processionaria sono noti per i loro peli urticanti. Questi peli, che i bruchi utilizzano come meccanismo di difesa contro i predatori, possono causare problemi di salute agli esseri umani e agli animali domestici. Il contatto con questi peli può portare a irritazioni cutanee, reazioni allergiche e, in casi più gravi, a problemi respiratori.

L’aspetto della processionaria

Il bruco della processionaria è un insetto che cattura l’attenzione per il suo aspetto unico. Lungo fino a 4 cm, il suo corpo è ricoperto di peli urticanti di colore marrone e nero con vivaci striature arancioni. Questi peli, al di là dell’aspetto curioso, sono un meccanismo di difesa efficace contro i predatori, ma rappresentano anche la principale causa di pericolo per l’uomo e gli animali domestici.

Pericoli per l’uomo e per gli animali

I pericoli associati alla processionaria del pino sono spesso sottovalutati, ma è essenziale comprenderne la gravità. Il principale elemento di rischio è rappresentato dai peli urticanti che coprono il corpo dei bruchi. Questi peli, quando rilasciati nell’aria o a seguito di un contatto diretto, possono causare una serie di reazioni avverse nell’uomo e negli animali domestici.

Per le persone, il contatto con questi peli può provocare una condizione nota come “urticaria da processionaria“. I sintomi includono prurito intenso, eruzioni cutanee e, in alcuni casi, disturbi più gravi come gonfiore delle palpebre, irritazione degli occhi e difficoltà respiratorie, soprattutto se i peli vengono inalati.

Questi effetti possono variare in intensità a seconda della sensibilità individuale e della quantità di peli a cui si è esposti. È particolarmente importante fare attenzione quando si svolgono attività all’aperto come giardinaggio, passeggiate nei boschi o semplicemente giocando in aree dove potrebbero essere presenti questi insetti.

Gli animali domestici, in particolare i cani, sono a rischio maggiore a causa della loro naturale curiosità e tendenza a esplorare con il naso e la bocca. Ingerire o semplicemente annusare i bruchi processionaria può portare a gravi conseguenze per la salute degli animali. I sintomi possono includere irritazione della bocca e della lingua, gonfiore intenso, difficoltà a deglutire e, in casi estremi, necrosi dei tessuti delle aree esposte. Queste reazioni possono richiedere un intervento veterinario urgente per evitare complicazioni più gravi.

Come riconoscere e gestire un’infestazione

Identificare tempestivamente un’infestazione di processionaria è cruciale. Oltre ai nidi serici sugli alberi, altri segni includono foglie rosicchiate e una presenza visibile di bruchi. Se notate questi segnali, è importante agire con cautela. Evitate il contatto diretto e non cercate di rimuovere i bruchi o i nidi da soli. Ricordate che i peli urticanti possono essere trasportati dal vento e causare irritazioni anche a distanza.

Prevenzione e controllo

La prevenzione inizia con l’osservazione attenta del proprio giardino. Controllate periodicamente i pini e altre conifere per segni di infestazione. È possibile installare trappole feromoni specifiche durante i mesi primaverili ed estivi per intercettare le falene adulte prima che depongano le uova. Inoltre, mantenere un giardino diversificato con una varietà di piante può aiutare a ridurre l’attrattiva dell’ambiente per la processionaria.

Nel caso di un’infestazione già in atto, è consigliabile rivolgersi a esperti del settore.

Rimedi naturali e interventi chimici

Quando si tratta di gestire l’infestazione di processionaria, l’approccio può variare a seconda della gravità e delle preferenze personali. Metodi naturali, come favorire la presenza di uccelli predatori, possono essere un primo passo. Inoltre, è possibile utilizzare insetticidi biologici, come il Bacillus thuringiensis, un batterio che colpisce specificamente i bruchi senza danneggiare altre specie.

Tuttavia, in situazioni di grave infestazione, potrebbe essere necessario ricorrere a trattamenti chimici più aggressivi. In questi casi, è fondamentale scegliere prodotti approvati e seguirne attentamente le istruzioni d’uso per minimizzare l’impatto ambientale.

Affrontare la sfida della processionaria nel proprio giardino non è solo una questione di estetica o di semplice manutenzione, ma un vero atto di responsabilità verso l’ambiente e la salute. Conoscere l’insetto, i suoi comportamenti e i potenziali rischi permette di adottare le misure più adeguate per la sua gestione.

Per maggiori info, si può consultare questo link.


Articolo pubblicato da Redazione il giorno 3 Aprile 2024 - 08:15

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