Nel nome dei piatti della Quaresima a Napoli, la trattoria e pizzeria “Ieri,Oggi, Domani”, con il suo patron Pasquale Casillo, ha dedicato un momento culinario a coloro che, nel segno del sacro e delle antiche tradizioni, seguono ancora i dettami gastronomici di quel periodo che giunge dopo Carnevale e dura fino a Pasqua, legato ad una serie di rinunce alimentari.
Così, a dimostrazione che a Napoli e in Campania la Quaresima non è soltanto fatta di privazioni e piatti poveri, l’inarrestabile Pasquale, insieme al suo chef Antonio Castellano e al maestro pizzaiolo Gaetano Quintano, ha dimostrato come, anche durante questo intervallo di tempo, la filosofia culinaria partenopea trionfa nel nome del gusto e del piacere per il palato.
A livello convenzionale, la Quaresima comprende i quaranta giorni che intercorrono tra il mercoledì delle ceneri ed il giorno di Pasqua. A tal proposito è necessario fare una distinzione tra calendario naturale e calendario alimentare.
Secoli fa, a seguito della scarsa possibilità di conservare gli alimenti, i ceti più ricchi dimostravano il loro benessere gustando cibi freschi fuori stagione mentre le classi più povere dovevano ricorrere ai cibi conservati, sfidando spesso la loro stagionalità.
Ed è partendo da queste nozioni che “Ieri, Oggi, Domani”, per il periodo che precede la Pasqua, ha messo a punto un menù che, dopo un momento dedicato alla pizza di Quintano, parte dalla “Frittata di Scammaro”, considerato il piatto più iconico della Quaresima napoletana, fino a giungere ai legumi con la “pasta e ceci”, detta anche “Tuone e lampi”, (con la sua fonte proteica ben sostitutiva della “peccaminosa” carne) e alle “uova in purgatorio” legate al culto delle uova.
Lo stesso che a Napoli assume un ruolo persino magico per il destino della città collegato al mito dell’uovo di Virgilio. Tra gli altri piatti quaresimali in carta, ad essere propositi per l’evento, sono stati il “baccalà arrecanato” e il dolce finale con i biscotti chiamati “quaresimali napoletani”, molto simili ai cantuccini toscani dai quali si differenziano per l’aggiunta della vaniglia, dei chiodi di garofano, della noce moscata, del cedro e della cannella.
Il tutto piacevolmente accompagnato da una selezione dei vini della “Tenuta del Meriggio” di Montemiletto, uno dei più antichi borghi medievali dell’Irpinia. Tra gli ospiti presenti, insieme ai tanti giornalisti, Maurizio Cortese della ”Cortese Way” e il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Antonio Limone.
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