Pasquale Sesso, appartenente alla famiglia criminale Sesso legata al clan Mazzarella, fu ucciso il 5 luglio scorso a Napoli per una sua ribellione al clan Elia. Anzi una vera e propria sfida tra famiglie di camorra.
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Voleva più autonomia e, soprattutto, non voleva più pagare al clan Elia del pallonetto di Santa Lucia ormai in disgrazia e decimato dagli arresti e dalle condanne, le tangenti per i Rolex rapinati, in particolare per quello rubato a un turista lo scorso giugno nella zona di Santa Lucia.
L’omicidio avvenne in pieno giorno, mentre Sesso era in sella a uno scooter e stava passando davanti all’abitazione di Gennaro Belaeff, ritenuto legato al clan Elia.
Le indagini della Squadra Mobile di Napoli hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’omicidio. Sesso e Belaeff avevano già avuto dei dissidi in precedenza, in particolare a causa del mancato pagamento di tangenti da parte di Sesso al clan Elia.
L’omicidio è avvenuto quando Sesso, consapevole del pericolo che correva, ha deciso di sfidare il clan Elia e di non pagare più le tangenti.
La Squadra Mobile era riuscita a fermare Belaeff poche ore dopo l’omicidio, trovandogli addosso una pistola compatibile con quella usata per assassinare Sesso. Inoltre, le immagini dei sistemi di videosorveglianza e l’analisi delle chat trovate sul cellulare dell’indagato hanno confermato la sua colpevolezza.
Poco prima dell’omicidio di Pasquale Sesso anche il fratello Luigi Sesso era stato oggetto di un agguato ma ne uscì vivo. I fratelli Sesso, quattro in tutto, uno dei quali deceduto – più denunciati per spaccio di droga – sono ritenuti rapinatori professionisti di orologi di alta gamma anche a livello internazionale, tanto che Gennaro Sesso è classificato dall’Europol come “Target High Value”, codice riservato a criminali di caratura.
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