Gennaro Lamberti
“Lo strano comunicato dell’onorevole Vito De Palma, che celebra l’asserito rinvio dei termini per la riorganizzazione della rete dei laboratori al 31 dicembre 2024, è degno dei migliori monologhi del teatro dell’assurdo di Beckett o di Ionesco. Egli infatti parla di qualcosa che non esiste”. Così, in una nota, Gennaro Lamberti, presidente di Federlab Italia, tra le principali associazioni di categoria dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatoriali privati accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale.
“Quello che il capogruppo di Forza Italia in commissione Finanze tratteggia come un epocale risultato che sancisce il successo (?) di una decisiva battaglia del gloriosi combattenti per la resistenza dei laboratori di analisi (che erogano meno di 200.000 prestazioni annue) contro i ‘predatori’ che, con le loro mega strutture da milioni di prestazioni, ne metterebbero in pericolo la sopravvivenza, è semplicemente una totale falsità. Quel che mette in pericolo i laboratori, infatti, è il nuovo taglio alle tariffe di remunerazione di un comparto che rappresenta lo 0,56 % della spesa del fondo sanitario nazionale”.
Per Lamberti: “nessuna norma approvata da questo governo, come da quelli precedenti, ha rinviato l’attuazione della riorganizzazione della rete dei laboratori, sancita per legge fin dal 2007. E’ presumibile che De Palma si riferisca ad un richiamo nel Milleproroghe che estende il termine per le regioni di usufruire di alcuni milioni di euro per favorire tali aggregazioni, non già per procrastinarne l’attuazione!”.
Ne consegue, aggiunge il presidente di Federlab, che “su tutto il territorio nazionale l’obbligo del raggiungimento della soglia dei efficienza resti un obbligo per poter ottenere un contratto con il SSN e poter erogare le prestazioni a carico dello Stato”. “Se l’onorevole De Palma vorrà un confronto sulla normativa, Federlab è disponibile. Occorre capire che per i laboratori è in gioco il possesso dei requisiti richiesti per garantire la qualità delle prestazioni. Quindi la tutela per gli utenti che ne usufruiscono. A chi conviene giocare al ribasso sulla qualità e quali interessi si intendono tutelare a spese dello Stato? Noi siamo pronti con leggi e sentenze alla mano” conclude Lamberti.
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