Le ragazzine hanno individuato i loro aguzzini in foto e hanno descritto il ruolo di ognuno durante gli abusi sessuali subiti.
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I membri della banda di Caivano, composta da sette minorenni e due maggiorenni, sono stati identificati e accusati dalle due cuginette di 10 e 12 anni. Grazie al contributo delle vittime, che si trovano in una comunità protetta, è stato possibile inchiodare gli autori degli abusi.
L’inchiesta è iniziata dopo la denuncia presentata dal padre di una delle bambine presso la Procura dei Minori di Napoli Nord. Il padre temeva che le violenze continuassero e che fossero diffusi video degli stupri.
Le bambine sono state ascoltate e poi messe al sicuro fuori da Caivano. Durante le indagini, sono state acquisite documentazioni sanitarie, effettuati sopralluoghi e sequestrati telefoni cellulari in uso ai sospettati, che sono stati successivamente analizzati. Dai messaggi e video recuperati dai dispositivi è emerso il quadro allarmante degli abusi subiti.
In uno degli episodi, una delle bambine, dopo avergli chiesto su Instagram di fidanzarsi, è stata costretta a subire rapporti sessuali sotto la minaccia di un bastone. I momenti di violenza sarebbero avvenuti in un locale abbandonato di Caivano.
Le sette misure cautelari sono state applicate ai sette minorenni indagati, di cui sei sono stati trasferiti in un carcere minorile e uno è stato posto in comunità. Le misure sono state emesse dal gip su richiesta della Procura per i Minorenni di Napoli e notificate ai carabinieri all’alba di oggi.
Tre ragazzi hanno 14 anni, uno 15 anni e due 16 anni. Il settimo indagato ha compiuto 18 anni dopo gli abusi e, nel caso in cui andasse a processo, dovrà comunque comparire davanti a un giudice del tribunale per i minorenni. Due misure cautelari riguardano anche due maggiorenni.
Uno dei nove ragazzi destinatari delle misure cautelari, compreso il carcere, per lo stupro delle due cuginette al Parco Verde di Caivano è il fidanzato di una delle vittime. Anche lui minorenne, ha costretto la bambina a subire rapporti sessuali sotto la minaccia di un bastone. Questo è uno dei retroscena che emergono dall’inchiesta.
Non solo video dei rapporti sessuali diffusi tramite chat, ma anche uno stupro in diretta. Una delle violenze sessuali si è verificata nella casa di uno degli indagati ed è stata ripresa durante una videochiamata in cui il ragazzino mostrava agli altri membri del gruppo come abusava di una delle cuginette.
Questo è uno dei dettagli emersi dall’inchiesta condotta dai carabinieri su richiesta delle procure per i Minorenni di Napoli e Napoli Nord.
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