Una donna marocchina di nome Salsabila ha denunciato suo marito per averla sottoposta a vessazioni fisiche e morali in provincia di Perugia. Tuttavia, il marito è irreperibile e i reati contestati non possono essere notificati, rendendo impossibile la celebrazione del processo.
Nella sua denuncia ai carabinieri, Salsabila ha raccontato di essere stata picchiata dal marito, costretta a indossare il velo integrale e impedita di parlare italiano per integrarsi con la società. La vicenda ha suscitato scalpore quando è stata resa pubblica circa un anno e mezzo fa. Il pubblico ministero ha inizialmente considerato di chiedere l’archiviazione del caso, ritenendo che i fatti denunciati non fossero punibili in base al contesto culturale. Tuttavia, successivamente l’istanza è stata revocata e il processo è stato avviato.
Il Tribunale di Perugia, tuttavia, è stato costretto a dichiarare “non luogo a procedere” nei confronti del marito di Salsabila a causa della mancata conoscenza della pendenza del processo. L’uomo non era a conoscenza del fatto che gli veniva contestato il reato di maltrattamenti continuati nei confronti di familiari. Secondo l’avvocato Gennaro De Falco, che rappresenta la donna, questa situazione dimostra l’incapacità dello Stato italiano di garantire assistenza e tutela alle donne immigrate che denunciano violenze e vessazioni.
Di conseguenza, il Tribunale di Perugia ha revocato l’udienza preliminare prevista per il 26 settembre e ha stabilito che le ricerche dell’indagato dovranno continuare fino al 31 dicembre 2034. Solo dopo che l’indagato verrà notificato si potrà tenere l’udienza preliminare e, eventualmente, il processo.
Salsabila ha deciso di allontanarsi dalla zona in cui ha subito i maltrattamenti ed è attualmente residente nel Napoletano. L’avvocato De Falco sostiene che il coraggio dimostrato da Salsabila nel denunciare gli abusi è stato completamente inutile.
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