Si è svolta nei giorni scorsi la visita del Principe Hassan di Giordania al Parco Archeologico di Ercolano. Entusiasta il Principe che ha dichiarato di voler visitare i luoghi per la loro connessione con il filosofo epicureo del I sec. a. C. Filodemo nativo di Gadara (attuale Umm Quais, in Giordania), i cui libri ci sono pervenuti proprio dalla Villa dei Papiri ad Ercolano,e perché rappresentano una connessione culturale tra Giordania e il mondo classico, con le testimonianze della cultura romana e della Grecia antica.
A fare gli onori di casa il Direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, che dichiara di essere orgoglioso di poter presentare un sito archeologico dall’importanza storica cruciale nella memoria e nella costruzione dell’identità culturale tramandata ai popoli contemporanei. “Ercolano rappresenta in maniera incredibilmente attuale tanta parte della nostra storia. Il Parco sta lavorando per restituire al pubblico di tutto il mondo un progressivo ampliamento della fruizione che condurrà in tempi non lontani, con la conclusione dei lavori di manutenzione, messa in sicurezza e restauro fino alla Villa dei Papiri”.
“La visita del Principe Hassan di Giordania costituisce la conferma dell’attualità dei testi tramandati dai papiri ercolanesi – interviene Gianluca Del Mastro, professore di Papirologia, Università della Campania Luigi Vanvitelli – Un messaggio di pace, di fratellanza e rispetto reciproco che si perpetua nei secoli e di cui il Principe Hassan, proprio come Filodemo, l’autore principale dei testi ercolanesi, si fa portavoce. La visita del Principe prelude a progetti comuni, volti alla riscoperta di valori culturali che non conoscono confini. Visitare con il Principe la Villa dei Papiri è stato emozionante: ringrazio la Direzione e tutto il personale del Parco archeologico per l’organizzazione e la generosa accoglienza”.
Ad accompagnare il direttore una delegazione dei giovani Ercolanesi dell’Istituto Tilgher, impegnati presso il Parco in una esperienza di PCTO, che consente loro di confrontarsi con un variegato pubblico sempre più numeroso e sempre più proveniente da tutto il contesto internazionale. Un segnale che anche attraverso la giovane età dei partecipanti parla al mondo di futuro, di connessione, di dialogo interculturale e costruzione di ponti tra culture.
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