Le ricerche da parte delle forze dell’ordine degli autori degli spari contro il comando provinciale dei carabinieri di Napoli del primo marzo 2020, scattati per ritorsione dopo la morte del baby rapinatore Ugo Russo, stavano rovinando gli affari nelle piazze di spaccio dei Quartieri Spagnoli e uno dei capi dei gruppi malavitosi locali decise di chiedere ai genitori dei due protagonisti del raid di far costituire i figli.
Emerge da una intercettazione contenuta nell’ordinanza con la quale il gip di Napoli Carla Sarno, su richiesta della DDA, ha disposto oggi decine e decine di arresti notificati all’alba dai Carabinieri e dalla Squadra Mobile di Napoli. La ritorsione scattò subito dopo la morte di Ugo Russo, il quindicenne ucciso la notte del 29 febbraio del 2020, nei pressi del borgo di Santa Lucia, a Napoli, mentre cercava di rapinare l’orologio al militare in compagnia di un complice.
A manifestare l’intenzione di chiedere che i due ragazzi si costituissero è, secondo la conversazione, Eduardo Saltalamacchia, capo dell’omonimo gruppo malavitoso, oggi raggiunto da una misura cautelare. Saltalamacchia voleva recarsi da Carmine Furgiero (anche lui elemento di spicco di un gruppo malavitoso, colpito oggi da un ordine di arresto): “Mò devo andare pure là da ‘o pop (il soprannome di Carmine Furgiero).. mi devo litigare 5 minuti”. Vincenzo Sammarco, 22 anni, e Giovanni Grasso, 23 anni, quest’ultimo cugino di Ugo Russo, reo confessi, sono stati arrestati il successivo 9 marzo per quella “stesa” in scooter contro la sede del comando provinciale dei carabinieri di Napoli.
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