Il voto di laurea ritoccato per potersi aggiudicare una supplenza al liceo scientifico di Ravenna. È l’accusa per la quale un 45enne di Avella, in provincia di Avellino, è finito a processo per falso.
Nel dibattimento, partito ieri mattina davanti al Tribunale della città romagnola, ha testimoniato l’allora dirigente scolastico riferendo come avesse scoperto la differenza tra il voto di laurea dichiarato (103) e quello effettivo (83) all’Università Federico II di Napoli, controllando le autocertificazioni attestate dall’imputato per l’inserimento nelle graduatorie scolastiche tra l’agosto e l’ottobre 2020.
Il ritocco aveva consentito al candidato di fare un balzo di 30 posizioni in graduatoria aggiudicandosi la supplenza. Secondo quanto riferito, alla procedura si poteva accedere solo con credenziali o tramite Spid.
In merito, l’imputato, ieri in aula, ha spiegato di non essere mai stato bravo in tali procedure e di avere per questo chiesto a un collega a cui a suo dire lasciò i suoi codici di accesso per inoltrare la domanda per lui.
Quindi, quando giunse il decreto penale di condanna, lui si oppose, finendo così a processo, per dimostrare la sua buona fede nell’accaduto. La vicenda determinò la risoluzione del contratto con la scuola ravennate. Il collega dell’imputato, anche lui dell’Avellinese, ha riferito di essersi in effetti confuso. La sentenza è attesa per settembre.
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