L’omicidio del parcheggiatore abusivo Gaetano Arrigo, ucciso nella zona di Coroglio, nel quartiere di Bagnoli, nel giugno del 2016, fu un errore dei killer.
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Non era stato pianificato dal clan D’Ausilio ma sarebbe stato frutto di un errore dei killer “Forse erano ubriachi o drogati”. Lo ha dichiarato l’ex reggente del clan, ora collaboratore di giustizia, Felice D’Ausilio ascoltato oggi dai giudici della quinta Corte di Assise nell’ambito del processo che vede imputati, a Napoli, il fratello Antonio, e altri presunti affiliati del clan di camorra operante da anni nella zona di Bagnoli.
Non vi fu quindi alcuna pianificazione da parte della cosca. Ma per mettere le mani sul business dei parcheggi in una della zone maggiormente frequentate dalla movida di Napoli bisogna dare un segnale a tutti e per questo che il parcheggiatore ribelle andava punito con una gambizzazione. Ma i sicari lo uccisero.
Felice D’Ausilio è il figlio dello storico capo clan Domenico, detto “Minì o sfregiato”. Il collaboratore di giustizia nel 2016 grazie a un permesso, riuscì a fuggire mentre era detenuto in Sardegna. Durante la latitanza, secondo gli inquirenti, avrebbe cercato di dare impulso al clan, ponendosi nella posizione di vertice. Venne catturato dai Carabinieri nel dicembre del 2016: era fuggito, il mese di maggio di quello stesso anno.
I militari lo scovarono in un’abitazione di Marano di Napoli e anche in quell’occasione tentò di fuggire, da una finestra, me venne bloccato poco dopo, anche grazie a un elicottero che teneva sotto controllo la zona.
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