Ruspe di nuovo in azione a Casal di Principe per abbattere un immobile dichiarato abusivo con sentenza definitiva ed in cui risiedono due famiglie.
E ancora una volta è il sindaco Renato Natale a finire nel mirino dei cittadini che si sentono “traditi” dall’amministrazione, che non li avrebbe difesi abbastanza. Già da giorni gli inquilini dello stabile che oggi sarà demolito, situato in via Giacosa, criticano e minacciano Natale.
“Sei tu il colpevole, dovevi avere più coraggio, avevi il potere di fare qualcosa ma non lo hai fatto, vieni a metterci la faccia”, queste le accuse scagliate verso un sindaco che ha l’obbligo per legge di dar seguito alle ordinanze giudiziarie di demolizione, ma che pure negli ultimi anni si è battuto, anche da solo e sfidando la diffidenza politica, contro gli abbattimenti delle prime case.
Come ce ne sono a migliaia a Casal di Principe, situate in una zona senza alcun vincolo, che sia idrogeologico, paesaggistico o sismico, ed edificate decenni fa in un periodo in cui mancavano piani regolatori o altri strumenti urbanistici pubblici, e in cui la camorra casalese comandava il territorio scegliendo sindaci e assessori.
Oggi non è più così, Casale è una città rinata e quasi libera da quella criminalità, eppure sempre prigioniera di quel periodo di illegalità: sono oltre 1.300 a Casal di Principe le case edificate allora e dichiarate abusive con sentenza passata in giudicato e oggetto di ordinanza comunale di demolizione, 260 quelle per cui c’è un ordine di abbattimento giudiziario, che dunque vanno demolite senza se e senza ma.
“Non posso che applicare la legge” dice Natale, che però non se la prende con le famiglie che perderanno la casa. “Li capisco – dice – non possono che prendersela con il sindaco, che è l’istituzione a loro più vicina. Il mio sconforto non è per la loro rabbia, che giustifico, ma per non essere riuscito a risolvere la questione. E ciò che non giustifico è la scarsa attenzione della politica nazionale”.
Il sindaco ricorda come nel 2022 si fosse andati molto vicini, grazie al Ministro del Sud Mara Carfagna, a trovare una soluzione, che era poi quella di cui più volte negli ultimi anni Natale si è fatto portavoce, ovvero di “salvare” almeno le prime case edificate in zone senza vincoli e rischi ambientali, per evitare problemi sociali, di ordine pubblico ed anche finanziario per le casse dei Comuni, costretti per legge ad anticipare per le demolizioni sostanziose somme che dovrebbero poi recuperare dai proprietari, cosa quasi impossibile quando si tratta di prime case edificate negli anni da famiglie poco agiate.
Per la demolizione odierna il Comune di Casal di Principe ha dovuto accendere un mutuo di quasi 160mila euro, somma importante per un ente che ha pochi dipendenti e poche risorse per garantire la gestione ordinaria; altri fondi propri l’ente li ha poi destinati a riqualificare un immobile confiscato alla camorra per ovviare all’emergenza abitativa che deriva dalle demolizioni, in cui già vive una famiglia che in passato ha avuto la demolizione della propria casa abusiva; mentre le due famiglie di via Giacosa non andranno nell’immobile comunale ma provvederanno autonomamente.
“La proposta del Ministro Carfagna – osserva Natale – non è andata avanti per la caduta del Governo e le successive elezioni, eppure era una proposta dagli effetti minimi, visto che salvava solo alcuni tipi immobili a certe condizioni tassative, dando peraltro la possibilità ai Comuni di fittarli, e dunque di portare risorse alla casse pubbliche. Ora la politica nazionale ha l’obbligo di affrontare la questione e non scaricare tutto sui Comuni e i sindaci. A tutti i partiti chiedo di tornare sulla proposta Carfagna per evitare tragedie”.
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