Terremoto al Parlamento europeo: la vice presidente greca, la socialista Eva Kaili, in serata è stata fermata dalla polizia belga nell’ambito di un’inchiesta sulla corruzione legata ai Mondiali di calcio in corso in Qatar.
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Prima di lei nella mattinata erano stati fermati quattro italiani, tra cui l’ex eurodeputato di Articolo 1 (eletto con il Pd), Antonio Panzeri, e il segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati, Luca Visentini, già segretario generale dei sindacati europei.
Inoltre, nella lista dei fermati anche un assistente parlamentare che lavorava al servizio di Panzeri (ora nell’ufficio di un altro eurodeputato italiano di S&d) nonché compagno di Kaili. La quarta persona fermata è invece direttore di un’Ong che opera a Bruxelles.
I primi a dare la notizia dell’inchiesta che ha innescato la valanga che rischia di travolgere tutto il gruppo dei Socialisti e democratici sono stati i giornali belgi Le Soir e Knack. L’indagine, ora nelle mani del Gip Michel Claise che nelle prossime 48 ore dovrà decidere se convalidare i fermi, è per un presunto caso di corruzione, organizzazione criminale e riciclaggio di denaro.
“Da diversi mesi gli investigatori della polizia giudiziaria sospettano che uno Stato del Golfo abbia cercato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo”, ha confermato la procura federale di Bruxelles senza fornire tuttavia né il nome del Paese né tantomeno le identità delle persone coinvolte.
La corruzione sarebbe avvenuta “versando ingenti somme di denaro e offrendo regali importanti a terzi con una posizione politica o strategica importante all’interno del Parlamento europeo”, ha spiegato la Procura.
Nell’ambito dell’operazione sono state perquisite sedici abitazioni e sono stati sequestrati circa 600 mila euro in contanti, di cui 500 mila trovati – sempre secondo i media citati – in casa di Panzeri, oggi presidente dell’associazione Fight Impunity, dedita alla lotta all’impunità per gravi violazioni dei diritti umani o crimini contro l’umanità.
Secondo fonti informate, le indagini si focalizzano sul Qatar e in particolare sull’organizzazione dei Mondiali in corso. Nel frattempo si sono innescate le prime reazioni politiche. Il partito socialista greco ha espulso l’eurodeputata Kaili.
Il Gruppo S&d al Parlamento europeo ha preso le distanze, richiamando alla “tolleranza zero nei confronti della corruzione” e promesso “la massima collaborazione con le autorità”.
Ufficialmente il Parlamento europeo “non si esprime su un’indagine in corso” ma politicamente l’opposizione è già all’attacco: Ppe e Lega chiedono di fare chiarezza; il M5s vuole le dimissioni da vice presidente di Kaili: a questo punto passo scontato.
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