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I Regi Lagni diventeranno un grande corridoio ecologico

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Fare della terra abbandonata dei Regi Lagni un “Giardino d’Europa” vuol dire trasformare i 1200 km quadrati in Campania che ospitano oggi 1.600.000 abitanti in 95 Comuni di 4 Province. Un lavoro immenso che può contare su un primo finanziamento di 40 milioni di euro della Regione Campania.

Nella idea lanciata da Francesco Todisco, commissario del Consorzio di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno, “sarà un grande corridoio ecologico, proveremo a realizzare l’autostrada lenta per percorrerla a piedi o in bici verso bellezze del territorio come Carditello. Mettiamo quel territorio anche in sicurezza idraulica”. Il progetto è stato presentato oggi e andrà in bando, spiega Todisco “nel 2023, per iniziare subito lavori che puntiamo a finire entro il 2027”.7 Il piano prevede, spiega Matteo Pedaso dello studio di architettura Land che ha realizzato il progetto, “un intervento sull’acqua – dice – con 13 vasche di prima pioggia, 6 nuove vasche di sedimentazione, 4 nuove vasche volano.

Tutto per realizzare una struttura che connette il litorale con i monti dell’interno. Una passeggiata ciclopedonale da Castel Volturno a Nola, ma anche percorsi di connessione trasversale tra i Comuni. Poi anche strutture verdi da vivere. Modelliamo il suolo, diamo spazio all’acqua, inseriamo la natura. Anche nei territori di Acerra e Marcianise che hanno intorno zone industriali”.

Il progetto ha tre ambiti: l’asta valliva che punta a creare 60 km di bosco lineare e nuova passeggiata; i canali fugatori e affluenti di pianura con 9 aree attrezzate che diventano porte del parco verso il canale vicino e una fitta rete di 180 km di connessioni ciclopedonali; i Lagni fluenti di monte, percorsi di scoperta dell’archeologia idraulica e inserimento di vasche di sedimentazione che possono aiutare a rendere meno gravosa la manutenzione dei canali principali, raccogliendo a monte i sedimenti.

Il territorio dei Regi Lagni è costituito oggi da una rete di storici canali costruiti ai tempi del vicereame spagnolo (XVII secolo) che raccolgono le acque piovane e sorgive convogliandole, dalla pianura a nord di Napoli, per oltre 56 km verso il mare. Un reticolo di canali artificiali che sono stati oggetto di degrado e inquinamento.

Il progetto parte dall’esigenza di risanamento idraulico che diventa occasione per implementare una nuova infrastruttura verde e blu di 60 km dal mare ai monti dell’interno, collegandosi ai grandi parchi regionali. Un nuovo corridoio ecologico fatto di boschi e aree umide che miglioreranno la qualità delle acque, aumenteranno la resilienza del territorio ai cambiamenti climatici e incrementeranno la biodiversità.


Articolo pubblicato da A. Carlino il giorno 25 Novembre 2022 - 20:45


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