Un omicidio efferato, a colpi di accetta. Poi i coltelli usati per fare a pezzi il cadavere e gettarlo in un canale. Un giallo risolto dalla confessione della moglie e dai riscontri alle sue parole. Un delitto dai contorni agghiaccianti e dalle circostanze ancora da precisare, forse legate a un grave squilibrio mentale in una coppia anziana apparentemente tranquilla.
In poco meno di un mese, i Carabinieri di Rovigo hanno risolto il giallo dell'omicidio di Shefki Kurti, 72 anni, cittadino albanese residente a Badia Polesine (Rovigo), il cui corpo venne ripescato a pezzi, chiusi in sacchetti delle immondizie, tra il 28 e il 31 luglio scorsi, in più punti del canale Adigetto, tra Lendinara e Villanova del Ghebbo. Sabato scorso i militari del Comando provinciale polesano hanno arrestato sua moglie Nadire, 68 anni.
La confessione della donna è del 18 agosto; in nove giorni gli inquirenti hanno verificato che le sue dichiarazioni fossero concordanti con quanto raccolto durante le indagini, nel dubbio che la donna non sia in grado di intendere e di volere. Dal 12 agosto l'anziana, da anni seguita da uno specialista, è infatti ricoverata nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Rovigo, e ora che è scattata la misura cautelare è piantonata dalle forze dell'ordine.
Una perizia, già disposta, ne verificherà le condizioni psichiche, e di conseguenza la misura cautelare potrebbe cambiare.Potrebbe interessarti
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Tracce che erano state apparentemente eliminate dalla moglie, la quale aveva pulito a fondo la casa dopo l'omicidio. Nella sua confessione la donna ha raccontato di aver usato un'accetta e dei coltelli, di aver colpito il marito e poi di aver tagliato il cadavere in parti perché fosse trasportabile più facilmente verso l'Adigetto, canale che a Badia si stacca dall'Adige per gettarsi nel Canalbianco dopo Adria.
L'accetta e tre coltelli da cucina, di cui uno seghettato, sono state ritrovate dopo la confessione, tra il 19 e il 20 agosto. Sembra che la donna abbia colpito una prima volta il marito alle spalle in camera da letto, con l'accetta, e che poi si sia spostata nel bagno per farlo a pezzi e riempire i sacchi dell'immondizia con i quali sbarazzarsi del cadavere. Le modalità efferate dell'omicidio avevano inizialmente portato le indagini verso direzioni diverse dalla questione interna alla famiglia, e non erano stati esclusi rapporti con usurai o la criminalità organizzata.
L'omicidio è avvenuto probabilmente tra il 21 e il 22 luglio, il fatto che i primi ritrovamenti siano di una settimana dopo ha impedito ai carabinieri di reperire video utili dalle telecamere di sorveglianza della zona, cancellati in base alla legge. I due figli della coppia, di origini albanesi ma cittadini italiani, sentiti più volte dagli inquirenti, non sono mai caduti in contraddizione, si sono rivelati attendibili e totalmente estranei ai fatti, uno vive a Masi (Padova) l'altra in Svizzera. Erano stati informati dalla madre di un ennesimo litigio tra lei e il padre, e che lui se ne sarebbe andato facendo perdere le proprie tracce.







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